Confermato stamattina lo sciopero benzinai della durata di tre giorni, previsto lungo la reti autostradali, tangenziali e raccordi.
Un blocco che, dalle 22 di questa sera alle 6 di venerdì mattina, causerà non pochi problemi agli automobilisti. Assalti ai distributori, code chilometriche per conquistare un pieno e sovraffollamento dei mezzi pubblici restano un problematica dei consumatori che, tra i due “litiganti”, saranno ancora una volta i soggetti chiamati a pagare le spese di una polemica che va avanti da troppo tempo.
Benzinai Vs. Ministro dello Sviluppo Economico, un incontro di lotta libera dove i consumatori sono quelli a ricevere i colpi duri.
Da un lato ci sono i gestori degli impianti di distribuzione che tornano sul piede di guerra, dopo lo stop invernale, e attraverso una nota di Faib Confesercenti, Fegica Cisl e Anisa Confcommercio giustificano la mobilitazione perché non è stato fatto
“[…] nessun intervento per esercitare le prerogative istituzionali indirizzate a garantire il rispetto delle leggi e degli accordi formalmente sottoscritti. Nessuna attività di mediazione fra le parti per impedire un vero e proprio ‘olocausto’ economico perpetrato ai danni di centinaia di imprese di gestione e di oltre 6 mila lavoratori cui viene violentemente sottratto reddito e posto di lavoro”.
Dall’altro lato c’è il Ministro dello Sviluppo Economico, Flavio Zanonato, che avanza un potenziale richiamo formale ai petrolieri, in risposta ai previsti rincari dei carburanti nel periodo di maggiore mobilità degli italiani. Il Ministro chiede ai petrolieri di tener conto della particolare situazione economica del Paese e, visto che siamo la nazione europea dove costano di più i carburanti, di non effettuare rialzi durante il periodo estivo in cui c’è una maggiore domanda del prodotto.
Una mossa giudicata potenzialmente inutile dal Codacons, che ritiene sia come “chiedere al lupo di non mangiare la pecora”, ma soprattutto non apre un tavolo di discussione tra il Governo, i petrolieri ma soprattutto i rappresentanti dei distributori.
Il Governo etichetta come colpevoli, dell’eccessivo costo pagato alla pompa dei carburanti, esclusivamente i petrolieri che “giocano” con i prezzi per guadagnare sempre di più ma senza analizzare il fatto che, senza la pressione fiscale, potremmo pagare un litro di benzina solo 0,76 centesimi di euro. Le accise, di cui è previsto un aumento entro l’anno per sostenere il “Decreto del Fare”, e l’IVA incidono sul prezzo del carburante per poco più di 1€/l.
Mentre gli italiani in vacanza dovranno fare i conti con scioperi, caro-benzina e richiami formali, riusciranno i diretti interessati a dialogare per trovare una soluzione?
Aggiornamento 18/07/2013 ore 09.00
Arriva lo stop allo sciopero dei benzinai, che da stamattina sono tornati operativi, da parte delle organizzazioni di settore. Quest’ultime, dopo l’incontro con l’Autorità per gli scioperi, hanno riconosciuto al Garante “il valore politico della coraggiosa iniziativa assunta” e l’impegno di riaprire un negoziato tra petrolieri, concessionarie e Governo.
Il 25 luglio il ministro dello Sviluppo Economico incontrerà i petrolieri per raggiungere un’intesa sul prezzo dei carburanti.