Quando si parla di potenza delle automobili si fa sempre molta confusione, in particolare tra cavalli e cilindra. In effetti, capita spesso che due auto con la stessa cilindra abbiano una potenza e una velocità differente, creando non pochi dubbi, soprattutto dal punto di vista fiscale in fase di pagamento del bollo auto.
Per meglio comprendere la differenza tra cavalli e cilindrata è necessario partire dalle definizioni di questi due concetti, vediamoli insieme.
Cosa sono i cavalli di un motore
L’utilizzo dei cavalli come unità di misura deriva dal passato. Nel 1700, infatti, quando le prime macchine a vapore iniziarono ad entrare nella produzione industriale, per comprendere il valore ed il potere si faceva un paragone con i cavalli, ovvero il lavoro di quanti cavalli poteva sostituire quel macchinario.
Da allora, il cavallo vapore è stato utilizzato come unità di misura per indicare la potenza di mezzi di trasporto a motore e macchine industriali, tecnicamente equivalente al sollevamento di un peso di 75 Kg alla velocità di un metro al secondo.
Oggi esistono essenzialmente due versioni di questa unità di misura, i cavalli vapore appunto, quella anglosassone denominata Horse Power (HP) – utilizzato anche negli USA – e quella europea, che in Italia corrisponde al CV.
Le due modalità di calcolo differiscono leggermente, creando non pochi problemi a chi deve valutare la potenza di un’auto venduta in Inghilterra piuttosto che in Francia. Nello specifico, la differenza è la seguente: 1 CV = 0,98631 HP.
Quello che conta davvero sono i kW
Fatta questa doverosa premessa, possiamo dire che il cavallo è un’unità di potenza (1 cavallo = 735,49875 W) che indica la capacità di prestazione del veicolo e la velocità massima che può raggiungere.
Purtroppo tutto questo si scontra con un fatto ormai conclamato, ovvero che i cavalli non sono una unità di misura riconosciuta dal Sistema Internazionale, che invece si basa sui cosiddetti cavalli fiscali, calcolati in kilowatt, secondo questa equivalenza: 1 kW = 1,35962 CV. Questo è sistema ufficialmente adottato dalla Ue nel 1982.
Cosa vuol dire? Che per conoscere la reale potenza di una vettura è necessario calcolare i kW, non i cavalli, che vengono ancora utilizzati per una sorta di consuetudine, anche perché è più semplice associarli alla reale potenza dell’auto.
Per capirci, una macchina che ha un motore da 100 kW possiede 136 cavalli circa. Per il calcolo del bollo auto si prende come riferimento i kW, non i cavalli, quindi non commette l’errore di compiere un rapporto 1:1 tra kW e cavalli, perché non è così. Il numero di cavalli è necessariamente superiore a quello dei kW.
Cos’è la cilindra di un motore
La cilindrata, espressa in cc, ovvero centimetri cubici, indica la capacità di pompaggio del motore nel suo complesso, inclusi tutti i cilindri. Indica anche quanto grande e pesante sia il motore e la sua risposta dinamica con la conoscenza dei materiali utilizzati nelle parti mobili.
Ad esempio, se un’automobile ha 2000 cc e dispone di 6 cilindri, ogni cilindro è di 333,3 centimetri cubici.
A parità di cc, quindi, per capire se un’auto è più potente di un’altra bisogna calcolare anche i cavalli (o i kW, come abbiamo visto). Ecco che un’auto con una cilindrata di 1.8 con 150 cv risulterà più potente di una 1.8 con 120 cavalli.
Questo è un esempio molto semplice, per comprendere la differenza tra cilindrata e cavalli, ma è valido solo a parità di cc. In effetti, due auto di cilindrata diverse, con alimentazione, peso e dimensioni differenti, non possono essere valutare solo sulla scorta dei cavalli.
Un esempio pratico
Se volessimo acquistare una vettura a benzina, e questa fosse disponibile in due modelli, uno da 1.5 cc e 120 cavalli e una da 1.8 e 100 cavalli, non è detto che quei 20 cavalli di differenza rendano più potente e quindi più veloce la prima rispetto alla seconda, anzi.
Se, infatti, si trattasse di una berlina o di un SUV compatto – quindi con dimensioni notevoli – il peso della vettura potrebbe risultare eccessivo per un 1.5 cc, e quei 20 cv in più non riuscirebbero a sopperire allo sforzo che il motore deve compiere per far muovere l’auto.
Ecco perché i due parametri vanno sempre rapportati con altri fattori per potersi fare una idea corretta della potenza dell’auto.