Per molto tempo la targa straniera è stata sinonimo di lasciapassare per i guidatori “spericolati”, capace di garantire l’impunibilità a ogni violazione stradale se non notificata all’istante. I tempi cambiano, le tecnologie rendono tutto più flessibile e gli spericolati automobilisti (stranieri o meno) hanno vita breve.
È accaduto spesso che non venissero notificate contravvenzioni ad automobilisti indisciplinati per aver violato il codice della strada in un’altra nazione.
L’auto con targa straniera è sempre sembrata una “zona franca” in cui fosse difficile penetrare per le forze dell’ordine locali, questo perché esse non hanno accesso diretto ai database delle motorizzazioni straniere e l’identificazione del veicolo richiederebbe tempo e investimento economico.
Spesso le Autorità ignorano le infrazioni fatte dalle auto con targa extra-nazionale: ciò accade anche perché il trasgressore è soggetto a una giurisdizione differente da quella in cui avviene la violazione. L’ultimo limite riguarda le azioni possibili per un mancato pagamento. In Italia un mancato pagamento è sollecitato da una cartella esattoriale, per poi passare al pignoramento esecutivo dei beni.
Uno Stato straniero non può avvalersi degli uffici giudiziari italiani, quindi un mancato pagamento non sarebbe perseguibile almeno che non ci si ritrovi nello stato e fermati dalla forze dell’ordine ci venga richiesto il pagamento immediato della passata contravvenzione. Questo è ciò che accadeva fino a qualche tempo fa, oggi gli Stati confinanti o meno stanno raggiungendo degli accordi per evitare questa “fuga di capitale” dalle casse dello Stato. Tra l’Italia e la Svizzera c’è un accordo che permette a entrambi di notificare contravvenzioni nel 100% dei casi, per esempio.
La Catalogna (Spagna) ha invece deciso di trovare una soluzione innovativa, che in breve potrebbe essere esteta a tutta la Spagna. Nella comunità autonoma spagnola ogni anno circa 130 mila multe non vengono notificate perché compiute da stranieri, apportando una perdita quantificabile tra i 13 e i 72 milioni di euro. La soluzione sembra quella di servirsi di un doppio sistema costituito da una parte elettronica/software e da un’altra fisica/umana.
Gli autovelox vengono collegati alla centrale operativa, che attraverso l’ausilio di un software scarta le targhe locali (a cui la multa verrà inoltrata con modalità classiche) e trasmette alle pattuglie di polizia quelle straniere. Le forze dell’ordine dislocate lungo l’arteria autostradale, in particolare ai confini, bloccheranno il veicolo notificano la violazione e richiedendo il pagamento immediato della sanzione.
Un sistema “fatto in casa” che non richiederà l’intervento e/o relazioni con autorità straniere, ma che costringerà a rispettare le norme stradali anche agli stranieri.