C’è l’autista che prima di ogni viaggio si programma le postazioni e quello che rallenta di botto a ogni cartello informati, ma gli autovelox incutono “timore” a tutti, questo è certo. Il sistema diventa sempre più infallibile e difficilmente contestabile, ma continuano i casi in cui la strumentazione o l’utilizzo di essa non risulta regolamentare. In questi giorni si è svolta la prima udienza del caso Garda Segnale che aveva venduto degli autovelox clonati al Come di Monte San Vito. Macchine funzionanti (Velomatic 512), ma tutte con lo stesso numero identificativo appartenente ad apparecchiature regolamentari. Il Comune, costituitosi parte civile perché raggirato, aveva scelto la società tramite regolare bando in cui la Garda Segnale aveva richiesto l’aggio più basso sulle multe. I colpevoli saranno chiamati a risarcire economicamente i danni causati, anche alle vittime delle multe che si sono costituite parte civile, anche se i Vigili Urbani locali sono stati accusati di aver usato in modo improprio l’autovelox. Si parla di veri e propri “agguati” alle vetture, ma in ogni caso la situazione ha messo in chiaro come sia possibile contraffare apparecchiature destinate alla tutela del codice della strada.
Una macchia nera nel mondo degli autovelox, che però non rallenta la loro diffusione. Sempre più Comuni, anche di piccole dimensioni, scelgono di controllare e moderare i comportamenti errati degli automobilisti attraverso apparecchiature di rilevamento elettronico. A Milano, dopo l’istallazione di dieci autovelox, sono state notificate più di 40 mila contravvenzioni e altre 60 mila sono in attesa di notifica. Una strage? Non proprio visto che solo lo 0.92% delle vetture controllate è stata multata. Una minoranza che ne chiarisce l’utilizzo corretto, che sta facendo la Provincia, per controllare quei tratti di strada a scorrimento veloce soggetti a incidenti.
La Provincia si è dimostrata aperta alla modifica di alcuni limiti massimi di velocità, nelle strade che lo consentono, portandolo da 80 km/h a 100 km/h ma nei prossimi giorni scatta la seconda parte dell’operazione sicurezza. La strada provinciale Milano-Meda sarà controllata da autovelox che diventeranno sempre più tutor, visto che l’investimento messo in atto dalla Provincia prevede un sistema complesso costituito da camere e rilevatori gestite da un software. Non si andrà più a punire chi non rispetta il divieto, ma si valuterà la velocità media tra due punti. Il sistema tutor, già funzionante sulle Autostrade italiane, prende piede anche sulle strade provinciali o a scorrimento veloce.
È richiesta sempre più attenzione alla guida di un veicolo, soprattutto per non incorrere in onerose contravvenzioni. Il rimedio è sempre quello di rispettare i limiti, ma magari si può essere vittime di situazioni “poco chiare” in cui il cittadino ha tutto il diritto di “difendersi”. Un autovelox, il suo utilizzo e la notifica delle contravvenzioni, deve rispettare norme ben precise.
Valutare il ricorso prima di pagare è un vostro diritto, ma ponete attenzione anche in questa operazione.