Si moltiplicano, nelle città e nelle strade extra urbane, i semafori con controllo delle violazioni del rosso. Incroci in cui il rispetto dell'obbligo di arresto è garantito da un sistema di rilevamento automatico a telecamere che lascia poco spazio alla fretta degli automobilisti e alla passione di alcuni per il caldo colore arancione.
Ci si consola allora con i pochi semafori rimasti alla vecchia maniera. Attenzione però, riconoscerli è più difficile: per la Corte di Cassazione il sistema di rilevamento T-Red non deve essere necessariamente segnalato tramite appositi cartelli. E la mancanza di informativa all'automobilista non lo salva: la multa resta valida.
Che cos'è il T-Red
Il T-Red è un sistema a doppiatelecamera, il cui incrocio consente di rilevare il passaggio in presenza di rosso semaforico e di registrare la targa del mezzo colpevole. Al proprietario del mezzo verrà così recapitata la multa, senza che sia necessario l'intervento di Polizia Municipale e spesso senza che il malcapitato si sia accorto di aver fatto un passaggio troppo azzardato.
Le conseguenze sono pesanti: multe che vanno da 163 euro ad un massimo di 646 euro, oltre alla perdita di 6 punti patente. Se poi l'automobilista è un recidivo dal piedino pesante, le sanzioni possono farsi ancora più pesanti ed arrivare alla sospensione della patente.
Contestare la multa da T-Red
Nonostante l'automatismo della rilevazione il T-Red non pare essere sistema immune da difetti o malfunzionamenti. La cronaca ha registrato clamorosi casi di durata eccessivamente breve del giallo semaforico, che si traduceva in una trappola per gli automobilisti e in una pioggia di multe. Pioggia sospettata, anche in questo caso, di essere stata appositamente invocata da Comuni ed altri Enti Locali bisognosi di sovvenzioni economiche.
In casi del genere, l'illegittimità dell'accertamento e della relativa multa è stato giustamente contestato. Si tratta però di una pressoché unica eccezione, visto che prendere in castagna il T-Red ed ottenere l'annullamento della multa non è mai stato semplice. Oggi, però, lo diventa ancora meno.
Multe e Cassazione: la nuova sentenza
La Cassazione si è recentemente occupata proprio di una multa da T-Red, contro cui l'automobilista aveva fatto ricorso lamentando la totale assenza di segnalazione che avvisasse della rilevazione con telecamere, con ogni conseguenza anche in tema di privacy.
La soluzione pareva scontata, ma la sentenza n. 8415 del 28 aprile 2016 ha ribaltato qualunque aspettativa: la Corte ha infatti chiarito che non vi è alcun obbligo di adeguata e preventiva segnalazione della rilevazione operata dal T-Red. Di conseguenza il verbale di contravvenzione elevato sulla base di quanto ha registrato un'apparecchiatura di cui l'automobilista era del tutto ignaro resta valido e inoppugnabile.
Multa T-Red: le motivazioni della Cassazione
La decisione, che ha probabilmente colto di sorpresa un po' tutti e soprattutto il multato, è stata chiaramente motivata dalla Corte: avvisare della presenza di sistemi di rilevamento automatici (come Autovelox e Tutor) ha normalmente lo scopo di orientare la condotta di guida e tutelare la sicurezza degli utenti della strada.
Insomma, meglio che i conducenti siano indotti a rallentare per tempo dai cartelli che li informano del rischio di prendersi una multa senza accorgersene, piuttosto che inchiodare bruscamente alla vista di una colonnina sospetta o di una telecamera inquietante. Anche perché scopo dei rilevamenti automatici è proprio quello di indurre gli utenti a ridurre la velocità e ad avere di conseguenza una guida più sicura, non fare incetta a man bassa dei risparmi dei multati.
Tutto vero. Soltanto che, per la Cassazione, non è il caso del T-Red. Per la Corte "se è rosso ti devi fermare" è l'unica informazione che deve essere data agli utenti della strada, di solito al momento del corso per la patente. L'avviso del rilevamento non è una informazione che serve in qualche modo ad aiutare o tutelare l'automobilista.
E la privacy?
Tra gli argomenti usati per giustificare l'impugnazione oggetto dell'esame della Cassazione c'era pure il dovere di informativa a tutela della privacy, che effettivamente in questo caso mancava del tutto. Si lamentava l'automobilista di non aver ricevuto alcuna informazione circa la registrazione dei suoi dati a mezzo delle telecamere del T-Red.
La Corte non si è scomposta: sì, è vero, è mancata l'informativa e la legge sulla privacy la prevede. Ma la violazione di questo obbligo comporta le conseguenze previste in quel testo di legge, in particolare all'art. 161, mentre non ha alcuna conseguenza sulla validità del verbale di contravvenzione, che è e resta valido.
Conviene ancora contestare la multa da T-Red?
Alla luce di questa ultima sentenza, parrebbe proprio di no. Cade uno dei capisaldi in materia, la madre di tutte le contestazioni, ovvero l'obbligo di avviso di accertamento con telecamere. Quasi sempre rispettato dalle Amministrazioni, proprio per non dare adito ad impugnazioni, era fino ad ora l'argomento più vincente nelle cause in materia di multe.
Certo, una sentenza della Cassazione, se non pronunciata a Sezioni Unite, non ha la forza di una norma di legge, ma crea indubbiamente un precedente interpretativo che, anche se non vincolante, sarà ampiamente sfruttato d'ora in poi per sostenere le ragioni di chi le multe le eleva.
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