Autovelox a Milano
Sappiamo bene che gli autovelox dovrebbero servire come deterrente e non come strumento per fare cassa. Così è stato per la città di Milano dove la giunta Pisapia, piazzando in punti chiave 7 autovelox, in due anni ha visto ridursi sia le sanzioni che gli incidenti.
Le prime sono scese mediamente a circa 2.000 al giorno (agli inizi erano anche 12 mila) mentre gli incidenti in quei punti si sono più che dimezzati.
Autovelox a Milano: meno incidenti e meno feriti
Nei primi tempi la critica fu pesante verso tale decisione, ma alla fine proprio grazie all’installazione di queste “macchinette” di diversa tipologia, si è ottenuto ciò che era stato dichiarato come obiettivo iniziale: avere una città con meno incidenti rispetto al passato. La gente ora sta attenta, rallenta e di conseguenza presta una maggiore attenzione, favorendo la sicurezza di tutti.
Il calo del numero di incidenti ha portato anche ad una riduzione del numero di feriti. Le parole dell’assessore Granelli, responsabile della sicurezza stradale, sono eloquenti e precise: “ridurre la velocità è fondamentale per aumentare la sicurezza stradale”.
Come vengono spesi i soldi delle multe?
Comunque sia un ulteriore beneficio derivante dagli autovelox (questa volta per il comune) sono ovviamente le multe incassate. Di quanto ha incassato il Comune, una buona parte sarà destinata alla polizia locale e alle sue attività, un 25% circa al potenziamento della segnaletica stradale (compresi gli impianti semaforici e passaggi pedonali), mentre un altro 25% sarà destinato al corpo dei vigili urbani al fine di potenziare i controlli.
La parte rimanente sarà orientata a migliorare le strade, ad abbattere le barriere architettoniche, a costruire passaggi ciclabili, a educare i giovani alla circolazione e a “proteggere” le uscite scolastiche.
L’ordine primario è quello di potenziare i controlli e di essere intransigenti verso le irregolarità più gravi, come ad esempio quelle verso i pedoni e i ciclisti. Sarà quindi sanzionata una sosta di un veicolo su strisce pedonali oppure su zone ciclabili o ancora in parcheggi impropri.