Rosso, giallo, verde. Chi guida conosce il significato di questi colori: il semaforo regola la circolazione, dà riferimenti chiari ad automobilisti e centauri per evitare incidenti, feriti e ingorghi epici. Senza semaforo non si può circolare. D’altro canto è facile imparare la logica del semaforo: verde puoi andare, giallo fai attenzione e rallenti, rosso ti fermi.
Molti automobilisti però continuano a prendere la temuta multa al semaforo rosso. Scommetto che anche tu hai avuto una disavventura simile e stai cercando una soluzione: vuoi fare ricorso per una multa al semaforo rosso. Ma puoi veramente tentare questa carta?
Multa al semaforo rosso: costo e decurtazione punti
Semplice, non hai rispettato il semaforo. Nel momento in cui scatta la luce rossa devi essere all’interno della zona demarcata dalla linea di arresto altrimenti, come stabilisce l’articolo 146 del Codice della Strada, puoi essere sanzionato con una multa che va da 163 a 646 euro e meno 6 punti dalla patente.
Ma non finisce qui. Se bruci un semaforo rosso almeno due volte in un periodo di 24 mesi c’è una sanzione amministrativa accessoria: la sospensione della patente da uno a tre mesi. L’articolo 41 del CDS dà qualche informazione in più:
Durante il periodo di accensione delle luci rosse(…) i veicoli non devono superare la striscia di arresto; in mancanza di tale striscia, i veicoli non devono impegnare l’eventuale area di intersezione, né l’attraversamento pedonale antistante, né oltrepassare il segnale, in modo da poterne osservare le indicazioni
D’altro canto la luce gialla serve proprio a questo: a rallentare. Procedo a una certa velocità, esso mi dà un’indicazione chiara (attenzione, sta per scattare il rosso) e io rallento. Ma quanto deve durare la luce gialla?
Questo è un punto degno di nota perché ci sono degli interessi economici in ballo. Se ho 5 secondi per frenare posso viaggiare a una velocità, se ne ho 3 i tempi si accorciano. E se non li rispetto fioccano le multe: il comune di Chicago ha incassato ben 8 milioni di dollari passando da 3 secondi a 2,9!
Quanto deve durare la luce gialla in Italia?
Il Codice della Strada dà indicazioni chiare sul diametro e sulle distanze di avvistamento (sempre articolo 41), ma sulla durata della luce gialla non ci sono parametri. Su questo punto, però, si è espressa la sentenza numero 27348 del 23 dicembre 2014 emessa dalla Seconda Sezione Civile della Corte di Cassazione:
Il tempo di permanenza della luce semaforica gialla deve avere una durata superiore ai 3 secondi e che tale lasso temporale è da ritenersi congruo sulla base di quanto indicato dalla risoluzione del Ministero dei Trasporti n.67906 del 16.7.2007 e di uno studio del CNR
Questo significa che 3 secondi è un tempo giusto per rallentare. Lo studio del CNR (datato 2001) assicura che bastano 3 secondi per arrestare un veicolo che procede a 50 chilometri all’ora.
I decimi diminuiscono fino ad arrivare a 3 secondi di luce gialla (anche se il CNR consiglia 4 per le strade urbane e 5 per quelle extraurbane), si costringono gli automobilisti a guidare con prudenza e chi non riesce a frenare viene multato dall’occhio elettronico.
Photored e Autovelox: fai attenzione
Il Photored non è l’Autovelox: su questo principio, che parrebbe scontato, il Giudice di Pace di Lecce ha fondato la sentenza numero 1809 del 2016, con cui ha accolto l’impugnazione di una multa da rosso semaforico. Nessun dubbio per il Giudice: l’apparecchiatura denominata Photored, che accerta la violazione attraverso una telecamera ad infrarossi, necessita della presenza di agenti di Polizia Municipale.
In assenza dei vigili, l’accertamento della sola telecamera non è sufficiente e la multa è annullabile. Due le ragioni principali della decisione:
- Eccessiva generalità del verbale: secondo il giudicante il verbale impugnato non è affatto preciso nell’individuare la macchina utilizzata per il rilievo. Mancherebbero infatti le caratteristiche tecniche e l’indicazione del certificato di taratura;
- Imprecisione della rilevazione: la contestazione fatta dai vigili, rispetto a quella eseguita con Photored, ha il merito di permettere un migliore approfondimento delle ragioni della violazione, evitando la sanzione nei casi in cui questa non sia dovuta, ad esempio in presenza di code di auto che impediscono al conducente, senza colpa, di liberare l’incrocio prima del rosso.
Il Giudice di Pace cita un precedente positivo, la sentenza della Cassazione n. 27414 del 2009, e un riferimento di legge: la regola generale prevista dal Codice della Strada in caso di violazioni è la contestazione immediata fatta da agenti incaricati.
L’eccezione a questa regola, introdotta con art. 384 del regolamento di esecuzione del CDS, si riferisce unicamente agli accertamenti di velocità. Né può essere estesa ad altre apparecchiature, in quanto un regolamento non può derogare ad una legge, che è di rango superiore.
La stessa Cassazione poi ha riconosciuto che Photored e dispositivi di rilevamento della velocità sono due tipologie di macchine ben distinte, soprattutto per funzionalità, dunque non sovrapponibili.
Purtroppo, però, bisogna frenare l’entusiasmo. Si tratta infatti di una pronuncia isolata. Inoltre, la sua forza come precedente è certamente inferiore ad una sentenza della Cassazione.
La quale pare, tra l’altro, andare in senso opposto, riconoscendo validità alle multe del T-Red anche quando la presenza del rilevamento a distanza non è segnalata (così la sentenza n. 8415/2016).
E se il vigile è dopo il semaforo?
Capita che la contestazione del passaggio con rosso venga fatta da un agente della Polizia Municipale che sostava dopo il semaforo, magari anche ad una certa distanza da esso. Si può contestare la multa, magari ingiusta, che è stata data?
L’impresa non è semplice. Quello che viene dichiarato in un verbale da un agente “fa fede fino a querela di falso”, ovvero fino a che il cittadino multato non denuncia l’agente per non aver scritto la verità.
Dunque una dichiarazione di un vigile o di un poliziotto ha un valore, come prova, molto più elevato della semplice parola del multato. Mettere in dubbio il verbale è difficile, tuttavia, raccogliendo prove sufficienti, anche questo tipo di impugnazione può risultare vittoriosa.
Ad esempio evidenziando dove era appostato il Vigile (dopo il semaforo, distante da esso, senza possibilità di vedere realmente le luci dell’apparecchio) o evidenziando i tempi di accensione e spegnimento del semaforo stesso, che magari sono stati mal interpretati dall’agente sulla base delle altre apparecchiature dell’incrocio.
Un aiuto viene anche dal tuo smartphone: se sei certo di essere passato con il verde, non dimenticare di scattare immediatamente foto del semaforo o di altri dettagli dei luoghi che possono aiutarti a provare le tue ragioni.
Contestare una multa al semaforo rosso con T-Red: conviene?
T-Red. Questa tecnologia è alla base delle polemiche che ruotano intorno alla famigerata multa da semaforo rosso. Le telecamere permettono di identificare i veicoli che passano con il rosso o meglio, che non rispettano lo stop.
Il sistema T-Red utilizza 2 telecamere: quella a colori registra l’incrocio quando il semaforo è rosso, quella a infrarossi identifica la targa con una lettura che raggiunge le 50 volte al secondo. Alta tecnologia, ma sembra che non sia immune agli errori: sono stati individuate diverse situazioni sospette e non sono mancati i ricorsi per presunto malfunzionamento.
L’opposizione contro una multa al semaforo rosso si può presentare al Giudice di Pace o al Prefetto: per essere accolta, la contestazione necessita di prove, ad esempio la dimostrazione del malfunzionamento della videocamera.
Lo stesso non vale per il Comune: secondo la sentenza 4255 del 23 ottobre 2014 della sesta sezione civile della Cassazione il comune non deve dare prova della validità della videocamera.
Inoltre, il T-Red, al contrario dell’Autovelox, non necessita di taratura periodica, per cui perde di validità anche l’argomentazione della mancata manutenzione sull’apparecchio.
Per approfondire l’argomento ti consiglio di dare uno sguardo alla nostra guida per contestare una multa: qui trovi tutte le informazioni utili per fare ricorso e capire se conviene o meno opporti ad un verbale.
Si può fare ricorso sostenendo la tesi dei tempi minimi del giallo? Le ultime sentenze della Cassazione definiscono come valido un giallo di tre secondi, quindi il consiglio è semplice: prudenza alla guida.
Multa al semaforo rosso: la tua esperienza
Come sostiene anche La Repubblica, sembra che quello delle multe al semaforo rosso sia diventato sempre più un metodo per fare cassa, e non uno strumento per sanzionare chi non rispetta le regole.
Sei d’accordo? Hai avuto esperienze simili? Anche tu hai pagato una multa per essere “passato” con il rosso? Lascia la esperienza nei commenti.