Multe quando non vanno pagate Negli ultimi anni le multe hanno subito un aumento notevole, addirittura fino al 6% in un anno. A pagarne le spese sono soprattutto gli automobilisti con il piede pesante, dato che le contravvenzioni più salate e più frequenti vengono dagli autovelox, nonché dai cugini tutor, vergilius e dal nipote photored. Non tutte le multe, però, sono legittime e non per forza dobbiamo pagarle. Sia gli autovelox che i vigili urbani e forze dell’ordine possono commettere errori. Quando è possibile non pagare una multa? Ecco alcuni dei casi più frequenti in cui una multa può essere contestata.

Multe con postazioni autovelox non ben segnalate

Tutte le postazioni autovelox devono essere visibili agli automobilisti e segnalate tramite cartelli classici oppure luminosi. I cartelli possono essere fissi o temporanei, ma ci devono essere e ciò vale anche per tutor e vergilius. Niente camuffamenti o appostamenti nascosti di pattuglie, dunque. Inoltre, la segnalazione deve avvenire almeno 250 mt prima della postazione per superstrade e autostrade, a 150 mt su strade urbane ed extraurbane e almeno a 80 mt su tutte le altre strade. Così dice la normativa, ma la Cassazione ha interpretato in maniera più ampia il dovere di segnalazione, stabilendo che la distanza minima tra apparecchio e cartello sia 400 mt. La segnalazione invalida la multa anche se è troppo distante: il limite massimo è 4 km.

Photored

Incubo di molti, anche di chi scrive, il photored è stato oggetto di una recentissima decisione della Cassazione che, a a sorpresa, lo distingue dagli altri apparecchi per la rilevazione di violazione a distanza. Quello che si è detto per la segnalazione di autovelox, tutor e vergilius non vale per il photored: dunque multe, emesse sulla base di un controllo del rosso semaforico effettuato senza cartello informativo, possono comunque essere valide. Questo perché, chiarisce la Corte, il photored non ha lo stesso ruolo e la stessa influenza sulla circolazione stradale dell'autovelox, per cui non si può ritenere indispensabile il fatto che sia tempestivamente segnalato. Occhio all'arancione, dunque, che questa multa non perdona.

Multe Autovelox: quando non sono valide

Autovelox non omologati, gestiti da terzi o posizionati su strade dove non è consentito. Tutti gli autovelox fissi devono essere omologati dal Ministero dei Trasporti e tutte le apparecchiature devono essere gestite da organi che svolgono funzioni di polizia stradale. Se riesci a dimostrare il caso contrario, la multa non va pagata. Inoltre, i posti di blocco su strade extraurbane devono essere situati in luoghi non pericolosi, cioè dove a paletta alzata, non si creino situazioni che possano mettere a repentaglio la sicurezza degli automobilisti che seguono, o degli stessi poliziotti. Anche qui è intervenuta la Cassazione, ricordando come il senso delle rilevazioni fatte a distanza da autovelox sia controllare la velocità, riducendo il rischio di incidenti. Non fare incetta di denaro con controlli ad imboscata. Non abbiate quindi paura a far valere i vostri diritti, la legge, o di procedere ad eventuali contestazioni.

Rimozioni auto non legittime

È successo a Pisa, dove il Comune ha rimborsato un’automobilista a cui era stata rimossa l’auto in modo illegittimo. La donna aveva parcheggiato in una zona non soggetta a divieto di sosta e senza intralcio per traffico o pedoni. Nonostante ciò, la vettura era stata rimossa con tanto di multa. La donna, sicura di essere nel giusto, è intervenuta legalmente contestando la contravvenzione e la rimozione, e ottenendo il rimborso. Quindi, ogni volta che vi trovate una multa sul parabrezza, controllate di essere effettivamente in fallo. Se non lo sei, scatta anche alcune foto con lo smartphone da usare come prova.

Parcometro guasto

Capita frequentemente che i parcometri siano guasti. In questi casi, il malfunzionamento deve essere chiaramente segnalato. Se nei dintorni non trovate altri parcometri funzionanti e avete anche la sfortuna di ricevere una multa, avete tutte le carte in regola per procedere alla contestazione. Ricordatevi di segnalare alla società delle colonnine il guasto, riportando il numero seriale del dispositivo, il nome della via dove è ubicato e la targa del vostro veicolo. La segnalazione, oltre a far riparare l’apparecchio, vi tornerà utile per ottenere il rimborso della multa.

Strisce blu non a norma

Le aree di sosta a pagamento, delimitate da strisce blu, devono essere situate fuori dalla carreggiata e in modo da non ostacolare il regolare scorrimento del traffico. Inoltre, laddove ci sono delle aree di sosta a pagamento, devono essere presenti nelle vicinanze anche dei parcheggi liberi. La violazione di una delle due norma porta la possibilità di invalidare il verbale.

Multe: i vizi di redazione del verbale di accertamento

Gli elementi necessari per la validità del verbale sono indicati chiaramente dalla legge. Questo significa che se nel verbale di accertamento mancano uno o più di questi dati la multa può essere annullata. Non vanno quindi pagate le multe nelle quali mancano:
  • La data, la località e l’ora della violazione;
  • Le generalità, la residenza di chi ha commesso la violazione o del proprietario del mezzo;
  • Il numero della patente di guida;
  • Il tipo di veicolo e il numero di targa;
  • L’indicazione della violazione e la norma del codice della strada a cui si fa riferimento.
Tutte queste informazioni sono ritenute come essenziali e la loro mancanza determina la nullità dell’atto. Non tutti i vizi di redazione rendono nullo l’atto, ma solo quelli che ledono il diritto di difesa del cittadino. Ad esempio, la mancanza del numero civico della via dove è stata accertata la violazione non causa la nullità del verbale se comunque dalla descrizione del fatto si hanno gli elementi necessari a ricostruire con precisione il luogo. Anche il colore dell’auto sbagliato nella descrizione del veicolo non causa la nullità della multa se comunque il modello e il numero di targa sono corretti.

Multe: i vizi di notificazione del verbale di accertamento

Anche gli errori che avvengono nella fase di notifica possono portare all'annullamento della multa. Innanzitutto, il verbale va notificato tempestivamente, cioè entro 90 giorni dalla data della violazione del codice della strada. Se la multa viene consegnata dopo questo termine non va pagata. Fai attenzione: con l’entrata in vigore della Legge sulla Concorrenza è venuto meno il monopolio di Poste Italiane per la notifica degli atti giudiziari. Dal 10 settembre 2017 le multe sono legittime anche quando sono consegnate da un servizio di poste private, purché la società incaricata possieda un’apposita licenza.

Altre cause di nullità delle multe

Oltre ai vizi riguardanti il verbale, ci sono altre situazioni che possono portare il Prefetto o il Giudice di pace a dare ragione all’automobilista e ad annullare la contravvenzione. Un caso piuttosto frequente che porta spesso all'annullamento della multa è la scarsa visibilità della segnaletica verticale. Se lungo la strada i segnali sono poco visibili, a causa della vegetazione o a causa dell’usura, l’automobilista può vedersi annullata la multa. Può inoltre capitare di prendere una multa in una situazione di emergenza, ad esempio quando si superano i limiti di velocità per andare in ospedale, oppure quando ci sono cause di forza maggiore che portano a violare il codice della strada. È il caso, ad esempio, di una multa presa per una sosta vietata quando l’auto si è fermata a causa di un guasto. Se si riesce a dimostrare la propria buona fede si può ottenere l’annullamento della contravvenzione. Le multe per divieto di sosta meritano un’attenzione particolare. Se la contravvenzione è stata fatta da un ausiliare al traffico può essere contestata e non va pagata. Soltanto la polizia stradale è infatti autorizzata a fare multe di questo tipo e gli ausiliari del traffico possono occuparsi soltanto dei parcheggi a pagamento nelle zone di sosta delimitate dalle strisce blu.

Quando si può fare ricorso

Se hai ricevuto una multa, ma ritieni che ci sia stato un errore o che non hai violato il Codice della Strada puoi presentare ricorso al Prefetto o al Giudice di pace. Il ricorso va presentato entro 60 giorni dalla data di notifica del verbale se ti rivolgi al Prefetto o entro 30 giorni se decidi di rivolgerti al Giudice di pace. Ma non pensare di poter contestare tutte le contravvenzioni sperando di vedertene annullata almeno qualcuna: i ricorsi vanno fatti quando ci sono valide motivazioni, altrimenti oltre alla multa dovrai pagare anche le spese. Le cause che possono portare all’annullamento della multa sono diverse, ma tutte rientrano in alcune precise categorie. Le principali motivazioni che ti permettono di presentare ricorso e chiedere l’annullamento della multa sono:
  • La presenza di vizi di redazione nel verbale;
  • La presenza di vizi di notifica del verbale;
  • La mancanza nel verbale delle cause della mancata contestazione immediata della violazione.
Affinché la multa sia valida è necessario che il verbale non contenga errori e riporti tutte le informazioni richieste dalla legge. L’articolo 383 del DpR 495/1992 afferma che:

Il verbale deve contenere l’indicazione del giorno, dell’ora e della località nei quali la violazione è avvenuta, delle generalità e della residenza del trasgressore e, ove del caso, l’indicazione del proprietario del veicolo, o del soggetto solidale, degli estremi della patente di guida, del tipo del veicolo e della targa di riconoscimento, la sommaria esposizione del fatto, nonché la citazione della norma violata e le eventuali dichiarazioni delle quali il trasgressore chiede l’inserzione.

Puoi ottenere l’annullamento della multa anche se riesci a dimostrare di aver violato il Codice della Strada a causa di un’oggettiva impossibilità o per un’emergenza, se l’autovelox che ti ha multato non era stato tarato oppure se a multarti per divieto di sosta è stato un ausiliare del traffico.

Cosa succede se il ricorso viene rigettato

Se il Giudice di pace o il Prefetto stabiliscono che il verbale è corretto, dovrai pagare la multa e una cifra aggiuntiva, diversa a seconda dei casi. Se fai ricorso al Giudice di pace spettano il pagamento del contributo unificato e, in caso di rigetto del ricorso, anche le spese legali sostenute dall’amministrazione pubblica. Se invece ricorri al Prefetto, in caso di rigetto dell’istanza dovrai pagare il doppio della contravvenzione ridotta specificata nel verbale. Controlla quindi con attenzione il verbale, la procedura di notifica e ricostruisci con precisione le circostanze che hanno causato la violazione del codice della strada prima di presentare il ricorso.