Capitale del Ducato di Savoia, del Regno di Sardegna e del Regno d'Italia, la città sabauda, dietro a quella sua aria un po' austera, nasconde un reticolato di leggende esoteriche. Torino sorge sul 45°parallelo, particolarità che ne definisce la presenza all'interno di due triangoli: uno di magia bianca assieme a Praga e Lione, e uno di magia nera con Londra e San Francisco.
Ed è proprio da lì, che in sella alla propria moto può iniziare il giro alla scoperta dei magici misteri del capoluogo piemontese. Il punto esatto è segnalato dall'obelisco della fontana del Frejus in piazza Statuto. Secondo la tradizione esoterica, la fontana, creata dal conte Pamissera per festeggiare l'inaugurazione del traforo, è in realtà la porta di accesso all'inferno e l'angelo che la sovrasta raffigura Lucifero.
Di nuovo in sella, la seconda tappa è poco distante, in piazza Solferino. Con il motore che ancora romba si può osservare quella che viene definita la Porta dell'Infinito. La Fontana Angelica, realizzata nel 1929 dallo scultore Gianni Riva, rappresenta le quattro stagioni e, nello specifico, le due figure maschili sarebbero Boaz e Jaquim: guardiani delle colonne d'Ercole e della soglia che permette di accedere all'infinito.
Secondo varie leggende poi, basta ripartire, attraversare il Po e fermarsi di fronte alla Gran Madre per capire dove sono nascoste le informazioni per trovare il Santo Gral: è lo sguardo della statua che raffigura la Fede a indicarlo. E per chiudere, dopo aver visto scomparire il centro di Torino nello specchietto retrovisore, irrinunciabile è la visita al castello di Moncalieri, le cui pareti hanno ospitato una delle sede dei cavalieri Templari.
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