Per tutte le moto iscritte al Pubblico Registro Automobilistico è obbligatorio adempiere ogni anno al pagamento del bollo conosciuta come tassa sul possesso. Il calcolo del bollo moto è determinato dalla potenza effettiva in kW e dalla sua classe ambientale. L’imposta si paga una volta all’anno e con la mancata adempienza e il ritardo rispetto alla scadenza naturale si incorre in sanzioni e more, d’intensità crescente con il passare dei giorni.
Cos’è il bollo moto?
Per bollo moto si intende una imposta, destinata alle regioni italiane, applicata a tutti i motoveicoli (veicolo a due ruote, con una cilindrata superiore ai 50cc) e ciclomotori (veicolo a due ruote, con un cilindrata massima di 50cc).
Una delle questioni più dibattute in relazione al bollo moto è la adeguatezza o meno della copertura, e del relativo pagamento, su base annuale. In effetti molti proprietari di motoveicoli tendono ad utilizzarli solo nei mesi meno rigidi, in primavera, estate e inizio autunno, lasciandoli in garage per lunghi periodi di tempo. Purtroppo, essendo un tassa di possesso e non di consumo, il bollo moto va calcolato su dodici mesi e non solo sul periodo di reale utilizzo.
Calcolo del bollo moto in base ai kW: come fare?
Nel calcolo del bollo per motocicli bisogna tener conto della potenza in kilowatt (kW) e della classe ambientale riportati sul documento unico o sulla carta di circolazione. Nel calcolare l’importo del bollo non si devono considerare le cifre decimali nei numeri della potenza dei kilowatt e se il numero dei kW non è presente, l’imposta deve essere versata considerando la potenza massima espressa in CV.
Per le moto fino a 11 kW o 15 CV sono stabiliti degli importi fissi:
- per le moto Euro 0: € 26,00;
- per le moto Euro 1: € 23,00;
- per le moto Euro 2: € 21,00;
- per le moto Euro 3, 4 e superiori: €19,11.
Per il costo del bollo sulle moto con potenza superiore a 11 kW, è necessario aggiungere agli importi fissi un extra per ogni kW eccedente.
- per le moto Euro 0: €1,70;
- per le moto Euro: €1,30;
- per le motoEuro 2: € 1,00;
- per le Euro 3, Euro 4 e superiori: € 0,88.
Ciò nonostante, l’importo della tassa può variare perché alcune regioni stabiliscono aliquote o cifre differenti dal tariffario nazionale, è quindi preferibile affidarsi all’elaboratore automatico online dell’ACI o all’Agenzia delle Entrate.
Calcolo bollo moto Agenzia delle Entrate
L’Agenzia delle Entrate, sul proprio sito, mette a disposizione un tool gratuito per il calcolo del bollo auto/moto. Ci sono due modalità di calcolo, quella semplificata, tramite l’inserimento del numero di targa, e una più completa, dove sono richiesti: il numero di targa, la regione di residenza, mese e anno di scadenza, i mesi di validità, e il codice dell’eventuale riduzione. Il servizio fornisce, oltre al calcolo della tassa annuale, anche eventuali interessi e sanzioni riferiti al momento in cui viene effettuata la richiesta.
Tale funzione è accessibile solo con SPID o CIE e consente di calcolare per dati del veicolo certificati la somma dovuta del bollo e di effettuare anche il versamento on line tramite il canale PagoPA.
Calcolo bollo moto ACI
Un sistema valido e riconosciuto, per calcolare il bollo moto, è tramite il sito dell’ACI, l’Automobile Club Italia. L’importo sarà calcolato solo dal 1° giorno del mese successivo a quello di scadenza dell’ultimo bollo pagato. È anche possibile calcolare l’imposta per effettuare un pagamento prima dei termini di scadenza selezionando la voce “Pagamento Anticipato”.
I campi da completare nel form per il calcolo sono:
- tipo di pagamento: rinnovo di pagamento, prima immatricolazione, veicolo reimmatricolato, rientro da esenzione, riacquisto di possesso, targa prova, integrazione per complessi, pagamento integrativo, pagamento anticipato;
- regione di Residenza;
- tipo di veicolo: autoveicoli, rimorchi, motoveicoli, ciclomotori, minicar;
- targa;
- codice di sicurezza.
Come per l’Agenzia delle Entrate, anche sul sito ACI dopo il calcolo del bollo è possibile pagarlo on line tramite pagoPA, fatta eccezione per la Calabria e il Veneto.
Scadenza del bollo moto
Come per il bollo auto anche il bollo della moto ha scadenza annuale più precisamente nei mesi di Gennaio e Luglio, ciò significa che il pagamento deve avvenire entro la fine del mese successivo. Quindi entro il 28 febbraio se la scadenza è a Gennaio, oppure entro il 31 Agosto se la scadenza è a Luglio. Fano eccezione il Piemonte e la Lombardia in cui il pagamento ha come riferimento il mese dell’ avvenuta l’immatricolazione del motoveicolo.
Per non incorrere in sanzioni è opportuno prestare attenzione alla scadenza del bollo:
- acquisto moto nuova: il primo bollo ha scadenza entro l’ultimo giorno del mese di immatricolazione;
- acquisto moto usata: ha scadenza naturale in considerazione che il bollo veniva pagato dall’ex proprietario del motoveicolo. Al contrario, se sulla moto è stato attivato il regime di sospensione, il pagamento del bollo deve seguire l’iter delle nuove immatricolazioni.
Ed è proprio nell’acquisto di una moto usata che bisogna tenere in considerazione che eventuali scadenze del bollo non rispettate e sanzioni sono imputabili al vecchio proprietario fino alla data di firma sull’atto di vendita.
Bollo moto scaduto: multe e sanzioni
Come tutte le imposte, con il pagamento in ritardo, rispetto alla scadenza naturale, si incorre in sanzioni e more, d’intensità crescente con il passare dei giorni:
- dai 15 e i 30 giorni: sanzione pari all’1,5% dell’importo del bollo;
- dai 31 ai 90 giorni: sanzione pari all’1,67% dell’importo del bollo;
- dai 91 ai 365 giorni: sanzione pari al 3,75% dell’importo del bollo;
- dopo un anno dalla scadenza: multa pari al 30% del bollo più interessi dell’1% per ogni semestre di ritardo.
È quindi importante controllare la scadenza del bollo moto per evitare il pagamento della sanzioni.
Verifica e controllo del bollo moto
Per verificare e controllare se il bollo della moto è stato pagato e si è in regola con tutti i versamenti ci si può recare in un ufficio ACI oppure presso un’agenzia che si occupa di pratiche per auto e moto. Un’altra alternativa è attraverso il sito dell’ACI che però ha un servizio limitato, cioè disponibile solo per Abruzzo, Basilicata, Campania, Emilia Romagna, Lazio, Liguria, Lombardia, Bolzano (provincia autonoma) ma solo fino a due anni precedenti, Puglia, Sicilia, Toscana, Umbria e Trento (provincia autonoma). Chi vive in regioni non menzionate può consultare i siti istituzionali della propria regione di residenza.
Bollo moto d’epoca o storiche: cosa c’è da sapere?
Le moto storiche iscritte negli appositi registri: A.S.I. (Automotoclub Storico Italiano), F.M.I. (Federazione Motociclistica Italiana), Storico Fiat, Storico Lancia e Storico Alfa Romeo, sono esenti dal pagamento del bollo.
Le moto storiche sono suddivise in motoveicoli ultratrentennali o ultraventennali, le prime sono completamente esenti dal bollo e questo avviene in modo automatico, ma se circolano su strada è necessario pagare la tassa di circolazione che varia in base alla regione di appartenenza. Mentre per i motoveicoli tra i 20 e 29 anni la tassa è ridotta al 50% se si è in possesso del certificato di rilevanza storica rilasciato dai registri competenti. Per ottenere la riduzione dell’imposta di bollo sulla moto storica basterà presentare, durante di pagamento del bollo, una copia della carta di circolazione.
Non dimentichiamo però, che il bollo è una tassa regionale, ciò significa che alcune regioni possono adottare criteri diversi, ad esempio in Lombardia l‘esenzione del bollo è totale anche su moto storiche ultraventennali ovviamente sempre con il Certificato di Rilevanza Storica della moto. Pertanto è sempre bene informarsi sui siti istituzionali della propria regione.
Il caso dell’Umbria e della Basilicata
Nel 2015 con la legge di stabilità viene cancellato l’esenzione di bollo per veicoli (moto e auto) di interesse storico e collezionistico immatricolati da almeno 20 anni ma con meno di 30. Alcune regioni non apprezzarono questa normativa, tra queste Umbria e Basilicata che tornarono a rendere esenti da bollo i motoveicoli storici ultraventennali con due leggi regionali.
A sua volta il Governo impugnò le leggi e la Corte Costituzionale il 21 Luglio 2016 con sentenza n.199 le riconobbe illegittime, in quanto seppur l’imposta di bollo può essere disciplinata dalle regioni, ci sono dei limiti indicati dal legislatore statale che devono essere rispettati.