Dopo quarant’anni di onorato servizio, il sistema Bonus-Malus è pronto per andare in pensione. L’IVASS ha già convocato un tavolo di lavoro per mettere a punto il nuovo meccanismo per gestire l’assicurazione auto.
Assicurazione auto: rivoluzione bonus malus
Il sistema Bonus-Malus è stato introdotto per offrire agli automobilisti un meccanismo semplice, ma efficace, per premiare chi non commette incidenti e per penalizzare i responsabili dei sinistri. Dopo quarant’anni, il sistema non riesce più a garantire una fotografia fedele del comportamento degli automobilisti e si sta lavorando per sostituirlo.
Le inefficienze sono diverse. In primis, dal momento che la maggior parte degli automobilisti si trova nelle classi di merito migliori, a pagare di più sono i neo assicurati o chi vive nelle zone considerate più rischiose, senza considerare l’effettivo profilo di rischio del conducente.
Anche le frodi costituiscono un problema: non è raro trovare automobilisti che denunciano un sinistro in ritardo, dopo aver cambiato compagnia al solo scopo di aggirare la regola che prevede il peggioramento della classe di merito.
L’IVASS ha da poco modificato la normativa e a partire da agosto, con l’arrivo dell’attestato di rischio dinamico, questo comportamento sarà neutralizzato.
Assicurazione auto: polizze basate sul comportamento di guida
Se attualmente il sistema di calcolo dell’assicurazione auto è basato sulla residenza e sulle caratteristiche del veicolo, fra qualche anno avremo un sistema che valuterà il comportamento di guida del singolo.
Il tavolo di lavoro convocato dall’IVASS e che partirà entro l’estate va proprio in questa direzione. L’obiettivo è quello di trovare un sistema che valuti il merito del conducente indipendentemente dal mezzo che guida.
Una possibile soluzione sarebbe quella di sfruttare le informazioni registrate dagli smartphone. Ma questa strada non sembra percorribile, sia per motivi di privacy sia perché si finirebbe per costringere ogni persona a sottoscrivere una polizza individuale, penalizzando le famiglie che hanno solo un’auto.
Un’altra idea è quella di rintracciare le informazioni sulle infrazioni commesse dal conducente interrogando l’archivio nazionale delle patenti. Probabilmente si arriverà a definire un sistema misto, incrociando i dati su residenza, sinistrosità e comportamento di guida.