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Assicurazione auto: il divieto di tacito rinnovo non vale per le polizze accessorie

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Fino al 31 dicembre 2012, ogni qual volta si desiderava cambiare assicurazione auto, occorreva effettuare una disdetta mediante raccomandata entro 15 giorni dalla scadenza della polizza. Con una norma del Decreto Sviluppo bis del 13 dicembre 2012, inserita dal governo Monti, le clausole di tacito rinnovo del contratto RC auto sono state abolite.

Oggi però, con il Ddl Concorrenza qualcosa torna a cambiare.

Assicurazione auto: cosa cambia con il Ddl Concorrenza

Pur avendo esteso il divieto di tacito rinnovo esistente dal 2012, il Ddl concorrenza specifica che tale divieto non sarà applicato alle coperture ricevute in regalo come offerta promozionale all’acquisto del veicolo.

In sostanza, il divieto di tacito rinnovo sulle coperture per i rischi è riconosciuto solo se la stipula è contestuale alla RC auto, cioè solo se un altro contratto – stipulato contestualmente – garantisca il rischio principale e quelli accessori.

Un bene per le assicurazioni e un male per i consumatori

Le stipule contestuali sono molto comuni e assai apprezzate dai consumatori. Tuttavia, è altrettanto diffusa la pratica di aggiungere una garanzia accessoria. Questo scenario si verifica, o perché se ne sente la necessità (si pensi alla furto-incendio nel caso in cui non si ha più il garage), o perché un’offerta più conveniente viene proposta da un’altra assicurazione.

Senza contare che, case automobilistiche o singoli venditori sono solite effettuare offerte promozionali che prevedono una o più garanzie accessorie in omaggio, per chi acquista il veicolo.

Alla luce di ciò, il tacito rinnovo favorirà le compagnie assicurative che potranno nuovamente ‘giocare’ sulle dimenticanze dei clienti circa scadenze e disdette.

Tutto ciò porrà fine al calo dei prezzi che tanto ha caratterizzato questi ultimi quattro anni. Se da giugno 2012 a giugno 2017 il premio medio delle assicurazioni auto si è ridotto di circa 80 euro, pari al 18,3% sul totale, l’approvazione del disegno di legge provocherà l’inversione di tendenza e dunque un ritorno al passato.

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