Assicurazione auto e falsi incidenti
Nonostante siano state introdotte delle disposizioni con il preciso fine di limitare le truffe assicurative ai danni delle compagnie di assicurazioni, vi sono ancora simulazioni di incidenti che hanno il solo scopo di attingere ai risarcimenti delle compagnie le quali, spesso, si vedono sottrarre illecitamente denaro e risorse.
È chiaro che un simile meccanismo truffaldino messo in atto da vere e proprie organizzazioni (solitamente non è mai una sola persona), va a discapito della gente onesta la quale si trova costretta a sostenere un pagamento di premio annuo sempre maggiore.
Se questi stessi premi sono statisticamente in diminuzione (è recente una nota che mediamente ha riscontrato una diminuzione di 15-20 euro), è merito anche in parte di queste disposizioni, ma chi vuole aggirare l’ostacolo c’è sempre.
Un giro di falsi incidenti auto è stato scoperto in Sardegna dalla Guardia di Finanza e ha coinvolto 17 persone che ora sono indagate per associazione a delinquere, frode assicurativa, falsa testimonianza e simulazione di reato. Simulando incidenti infatti, spillavano denaro alle compagnie assicurative che risarcivano gli “attori” coinvolti nei falsi sinistri.
Un cinquantaquattrenne, già ampiamente conosciuto dalle forze dell’ordine locali in quanto già indagato per reati tributari e bancarotta, era la mente del raggiro insieme alla moglie e ad un amico carrozziere (parte attiva del raggiro vista la professione esercitata).
Come venivano costruiti i falsi incidenti
Il meccanismo era piuttosto elementare: l’uomo coi suoi complici mettevano in atto degli incidenti mai avvenuti realmente, incassando i risarcimenti assicurativi e raggiungendo un gruzzolo nel tempo di circa 100 mila euro a cui andrebbero aggiunti altri 50 mila in attesa di liquidazione. Ora la Guardia di Finanza ha bloccato questi ultimi e sul fatto sarà chiamata ad esprimersi anche la Magistratura.
Sono già tre anni che le Fiamme Gialle stanno lavorando e curando il sistema, passando in rassegna le dinamiche di almeno un centinaio di sinistri, individuandone almeno una trentina falsi. Con l’amico carrozziere tutto era curato nei minimi particolari, anche le ammaccature giustificate con le fotografie. A proposito di fotografie, molte erano scattate addirittura giorni prima dell’incidente già acquistate incidentate, sulla base delle quali veniva poi ricostruita una possibile dinamica di sinistro.
Tutte le auto erano di un certo pregio, dal Porsche Cayenne a BMW di grossa cilindrata, a suv Mercedes o VW Tuareg. Lo scopo era di avere ricambi costosi per poter ottenere più soldi.