Gli Airbag difettosi montati su 3.39 milioni di auto giapponesi preoccupano gli automobilisti, smuovendo la stampa di settore e non, ma cosa succede veramente?
Il Ministero dei trasporti di Tokyo ha messo in luce, tramite un comunicato stampa, i possibili difetti presenti in alcuni lotti di airbag prodotti dalla compagnia giapponese Takata. I dispositivi di sicurezza passiva, installati su veicoli prodotti dal 2000 al 2004 dai maggiori costruttori d’auto giapponesi, potrebbero avere un’avaria di funzionamento al sistema pirotecnico di gonfiaggio. Un potenziale malfunzionamento che non permette l’apertura, quindi il gonfiaggio, dell’airbag in caso di incidente con impatto.
L’anomalia del dispositivo è stata registrata su cinque veicoli, nessuno nel nostro continente, ma i numeri potrebbero essere più alti. Prevenendo possibili complicazioni, è stato disposto il richiamo di 1.73 milioni di auto per Toyota, 1.13 milioni di vetture per Honda, 480 mila per Nissan e 45 mila per Mazda. Un’azione cautelativa, che interesserà anche l’Italia, per salvaguardare la vita degli automobilisti.
Un grosso problema, ma che non deve generare allarmismo nei consumatori. Ogni sei mesi, il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti pubblica un bollettino in cui vengono riportate in modo sintetico le campagne di richiamo dei veicoli. Accordi relativi alle norme di autodisciplina sui difetti permettono, ai costruttori e ai concessionari, di richiamare in fabbrica auto, moto e ciclomotori sui quali è stato riscontrato uno o più difetti di produzione.
I difetti di produzione, che vanno dal deterioramento eccessivo dei supporti sedili ai possibili malfunzionamenti dell’impianto frenante, possono riguardare ogni tipologia di veicolo indipendentemente dalla classe commerciale a cui appartiene. Dalla Fiat alla Porsche nessuno è immune dai potenziali difetti di fabbricazione.
All’inizio del mese Hyundai e Kia hanno dovuto richiamare in officina circa 2 milioni di veicoli, venduti su territorio USA, per problemi ai freni e agli airbag. Nel mese di marzo la Chrysler ha dovuto sistemare problemi elettronici e meccanici per oltre 260 mila vetture, dalle auto ai pick-up, vendute sul territorio canadese, messicano e americano. Difetti, a volte apparentemente insignificanti, che possono provocare sinistri autostradali. È il caso dei 7.43 milioni di auto Toyota richiamare in officina per un difetto all’impianto elettrico relativo agli alzacristalli.
Richiami che sono non un mea culpa delle case automobilistiche, ma un ricerca continuativa della sicurezza per i clienti che usano un proprio prodotto.
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