Dopo il recepimento della direttiva europea 2014/45, fa il suo debutto il certificato di revisione. Di cosa si tratta? E cosa cambia per gli automobilisti?
Scadenza Revisione auto 2019
Per sapere tutto sulla revisione auto ti invito a leggere questo articolo Revisione auto 2019 : costo, scadenza, sanzioni e novità. Per la revisione auto 2019 non sono previste variazioni nella frequenza di revisione: il primo controllo va fatto dopo 4 anni dall’immatricolazione e poi ogni 2 anni. Per taxi e ambulanze è invece previsto un controllo annuale.
La normativa europea lascia la facoltà a ogni Stato membro dell’Unione di stabilire una diversa frequenza per la revisione dell’auto in presenza di particolari condizioni. Ciascun Paese può decidere di stabilire tempi più brevi per la revisione obbligatoria di:
- auto che hanno subito incidenti che possono comprometterne la sicurezza;
- auto nelle quali i sistemi di sicurezza e ambientali siano stati alterati o modificati;
- mezzi che hanno percorso più di 160.000 chilometri;
- veicoli considerati a grave rischio stradale;
- veicoli per i quali è cambiato l’intestatario della carta di circolazione.
Certificato di revisione: cos’è il CDR
Il certificato di revisione è il documento che verrà rilasciato agli automobilisti al termine della revisione auto da parte di ACI, Motorizzazione Civile e centri specializzati. Il documento contiene i dati identificativi del veicolo, l’esito dei controlli e che tiene traccia del numero dei chilometri percorsi dall’auto.
I dati sui controlli e sul chilometraggio saranno inseriti nel Documento Unico dell’auto e si potranno consultare liberamente sul Portale dell’Automobilista. Sarà sufficiente indicare il tipo di veicolo da controllare (scegliendo tra autoveicolo e motoveicolo) e il numero di targa.
La partenza, come detto, dovrebbe essere il 31 marzo, anche se è la data di partenza è slittata già parecchie volte e potrebbe succedere ancora.
Quali informazioni contiene il certificato di revisione?
Sul certificato di revisione sono riportati:
- il numero di targa e il simbolo dello Stato in cui è stato immatricolato il veicolo;
- la categoria del mezzo;
- la data e il luogo della revisione;
- il nome e la firma di chi ha svolto il controllo e dell’ispettore;
- il numero dei chilometri percorsi al momento del controllo;
- il risultato del controllo;
- le carenze riscontrate e la loro gravità;
- la data di scadenza del certificato di revisione;
- la data entro la quale andrà fatta la successiva revisione.
Più difficili le frodi dello “schilometraggio”
Il certificato di revisione e la registrazione del chilometraggio servono soprattutto a ridurre le frodi nel mercato delle auto usate. Infatti, uno dei problemi più frequenti nella compravendita delle auto di seconda mano è proprio la manomissione del contachilometri. Ridurre il numero dei chilometri effettivamente percorsi è uno stratagemma usato per spuntare un prezzo di vendita più alto rispetto a quello di mercato.
In caso di manomissione del contachilometri l’automobilista sarà multato. Le sanzioni secondo la direttiva europea dovranno essere “effettive, proporzionate, dissuasive e non discriminatorie“.
Il cliente dovrà sottoscrivere la veridicità dei chilometri mostrati dal contachilometri e fornire le informazioni necessarie per chiarire eventuali discrepanze rispetto al passato. I responsabili tecnici del centro, invece, dovranno dotarsi di sistemi per l’apposizione delle firma olografa. Sarà irregolare il classico timbro e firma a mano.
Ma c’è già chi ha sollevato un possibile problema: la prima registrazione relativa ai chilometri effettivamente percorsi dall’auto sarà disponibile solo dopo la prima revisione, cioè dopo quattro anni dall’immatricolazione. Chi volesse mettere in vendita un’auto usata con un chilometraggio taroccato prima di aver revisionato l’auto potrebbe farlo senza troppi problemi.
Maggiore sicurezza e maggiori garanzie per chi acquista auto usate
La direttiva europea 2014/45 fissa nuove regole per migliorare le revisioni periodiche degli autoveicoli e la qualità dei controlli. Queste novità mirano ad aumentare la sicurezza degli automobilisti e le garanzie per chi acquista un’auto usata.
La registrazione dei chilometri percorsi è già un’informazione obbligatoria, ma non sempre l’obbligo viene rispettato in maniera corretta. Dal 31 marzo in sede di revisione ci saranno degli ispettori con potere di controllo che dovranno certificare la correttezza dei dati.
La direttiva sottolinea anche l’importanza di garantire l’assenza di confitti di interessi tra ispettori, centri di revisione auto e centri che si occupano della riparazione dei veicoli. Per assicurare l’indipendenza e la qualità dei controlli la direttiva stabilisce precisi criteri di supervisione da parte dell’autorità competente.