È più costoso mantenere l’auto che comprarla? Sembra proprio di si. La spesa più onerosa che l’automobilista italiano si trova ad affrontare è sicuramente quella che riguarda il carburante. Il caro-benzina alleggerisce il portafoglio degli italiani, che si ritrovano a controllare quotidianamente il prezzo del greggio e a scovare il distributore più economico nelle vicinanze.
L’anno che si è appena concluso non è stato roseo nemmeno per il mercato dei carburanti per auto che - secondo i dati elaborati dal Centro Studi Promoter - ha chiuso con un -10,5%. Un’annata nera, ma solo in parte.
La crescita dei prezzi dei carburanti, aggravata dalla forte tassazione, ha fatturato alle pompe 67,4 miliardi di euro, con una crescita del 4,7% rispetto all'anno precedente. Un’imponente somma di denaro distribuita tra l’industria petrolifera e il fisco italiano, i primi hanno portato a casa 30,9 miliardi di euro mentre lo Stato ha chiuso nelle sue casse 36,5 miliardi.
Si consuma meno, ma c’è sempre chi guadagna. La contrazione dei consumi di carburante, dovuta essenzialmente all’incremento del prezzo del prodotto, vede compre protagonista la tassazione diretta e “indiretta”. Le accise, che puntualmente vengo aggiunte e mai sottrarre al prezzo finale del carburante, costringono gli automobilisti a diminuire il consumo di un prodotto già troppo costoso. Una situazione che alla lunga ha portato al cosiddetto “effetto Laffer”.
La teoria, esposta dell’economista americano Arthur Betz Laffer, afferma quando la tassazione supera un determinato livello il gettito fiscale non incrementa più perché calano i consumi. È quello che è accaduto nel mese di dicembre del 2012, quando l’erario ha subito un calo del gettito dei carburanti del 7,2%. Un evento relegato all’ultimo mese dell’anno ma che, in caso si mantenesse costante il trend, potrebbe portare nell’arco del 2013 a una perdita per lo Stato di 2,6 miliardi di euro.
L’effetto Laffer è dietro l’angolo. I ripetuti aumenti delle imposte degli ultimi anni hanno aumento il carico fiscale sui carburanti, del 19,7% sulla benzina e del 28,53% sul diesel rispetto al 2011, favorendo la decrescita graduale dell’andamento del gettito fiscale fino ad arrivare al valore negativo nell’ultimo mese dell’anno. L’Erario finora è stato l’unico soggetto a trarre vantaggio dalla situazione nera dei consumi dei carburanti, visto che l’industria petrolifera lamenta un calo di introiti del 3%, ma che scompariranno molto velocemente se non si troverà una soluzione immediata.
Sperando che lo Stato trovi una soluzione nel più breve tempo possibile noi continuiamo a risparmiare: sul vestiario, sulla spesa quotidiana, sui riscaldamenti, sui divertimenti, ma soprattutto sull’Rc Auto.
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