A una settimana dalla conclusione della 70esima edizione di Eicma, il salone internazionale del motociclo, si tirano le somme e ci si lascia sorprendere, soprattutto dall'affluenza. Le novità più attese sono state quelle delle case storiche: Ducati, Piaggio, Honda e Bmw. Girare per le aree espositive è stato un po' come entrare in un'altra dimensione, una dimensione in cui il mezzo a due ruote non è solo un accessorio di lusso presentato da un corredo di belle donne, ma anche un veicolo indispensabile per chi vuole muoversi comodamente spendendo poco (anche e soprattutto per la manutenzione e per il rifornimento di carburante).
Tra l'altro non è nemmeno corretto parlare ancora di due ruote, soprattutto considerando che nella top ten delle vendite c'è ancora il riconoscibilissimo MP3 targato Piaggio, che di ruote ne ha 3, e a cui Peugeot e la neonata Quadro si sono ispirati per la creazione e commercializzazione di modelli analoghi.
Moto e scooter: l'Italia in calo ma con qualche eccezione
Se a Eicma si respirava dunque un'aria distesa e ammiccante verso il vasto mondo di moto e scooter, fuori dagli stand di Rho Fiera la situazione era ed è un po' diversa: secondo i dati di Confindustria Ancma (Associazione Nazionale Ciclo Motociclo Accessori) la flessione registrata su base annua fino al mese di ottobre è del -19%. Il perchè lo illustra Corrado Cappelli, presidente Ancma: “Insostenibili le polizze assicurative, la restrizione del credito al consumo, le accise che impennano il costo dei carburanti e gli incrementi dell'IVA che stanno uccidendo l'economia”.
Eppure ci sono casi singolari, come quello di Ducati - non basa il proprio fatturato sui pezzi di seconda mano ma su modelli accessibili a una ristretta nicchia - che chiude l'anno raddoppiando la propria quota di mercato, che in pochi anni passa dal 2,4% al 5,2%, decretando il 2012 come il miglior anno per la casa motociclistica. Com'è possibile? Presto detto: se la produzione è italiana, la vendita importante è all'estero, e infatti il 90% dei modelli sono per il mercato oltreconfine, con gli USA in testa.
La riflessione conclusiva, dati alla mano, è abbastanza ovvia: non importa tanto dove si trovino le case madri, quanto il luogo in cui i pezzi vengono esportati. A far cassa perciò aiutano le potenze mondiali e quelle emergenti (in particolare il Sudamerica e l'Oriente), mentre il mal di pancia deriva dalle scarse vendite dei paesi nel vortice della crisi, come ad esempio Spagna e Italia per la zona Euro.
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