I costi delle polizze assicurazioni Rc Auto calano, ma il merito non è delle manovre statali. Questo il sunto del convegno sulla responsabilità civile automobilistica, organizzato dalla Fondazione Nazionale Cinzia Dabrassi, dove gli attori del mercato assicurativo si sono confrontati sulle riforme, le soluzioni e le scommesse per il futuro.
Secondo molti il calo del 3% delle tariffe Rc auto, trend che auspicabilmente potrebbe continuare per tutto il 2013, non è dovuto ai provvedimenti legislativi, volti proprio ad abbassare i prezzi, ma al ciclo economico dell’assicurazione. Le dinamiche dei prezzi dell’Rc auto sono stata poco influenzate dei provvedimenti, che difficilmente potranno modificare la struttura della formazione delle tariffe.
Una “ristrutturazione” necessaria, capace di avvicinare il nostro sistema assicurativo alle best practice europee, che può partire solo da un’alleanza concreta tra imprese, consumatori, legislatore e regolatore volta a creare una strada comune e virtuosa.
Le compagnie assicurative, come primo passo, chiedono la costituzione delle tabelle per le macro lesioni che servirebbero ad abbattere i costi delle polizze. Il legislatore è già intervenuto a regolamentare i danni di lieve entità, come il colpo di frusta, ma non è stato fatto nulla per ammortizzare i risarcimenti dovuti per le macro lesioni (5,5 miliardi di euro).
Vengono richiesti chiarimenti concreti riguardo ai costi da sostenere per l’installazione delle black box, ma anche riguardo la stipulazione dei contratti base. Due provvedimenti che una parte del mercato sono stati accolti con soddisfazione, mentre un’altra ha giudicato negativamente.
Un altro problema, fatto notare da Dario Focarelli direttore generale dell’Ania (Associazione Nazionale fra le Imprese Assicuratrici), è che i provvedimenti legislativi volti ad aumentare la concorrenza, quindi ad abbassare i prezzi delle polizze, cozzano con il principio fondamentale del business assicurativo: la mutualità.
Il principio di mutualità è un accordo collettivo stipulato fra più persone che, assoggettate allo stesso tipo di rischio, alimentano uno fondo collettivo che sia capace di garantire l’indennizzo ma solo a coloro i quali subiscono le conseguenze dannose di tale rischio.
La mutualità può essere diretta o indiretta. Nel primo caso le conseguenze economiche del rischio vengono divise tra gli assicurati, mentre nel secondo casa le conseguenze vengono coperte da un terzo soggetto che interviene a favore di coloro che si vengono a trovare nella situazione di rischio. Quest’ultima tipologia è quella riguardante i servizi delle compagnie assicurative, che ricevono un corrispettivo in denaro per il servizio di garanzia prestato.
Secondo Focarelli le differenze territoriali delle tariffe, anche a livello internazionale, non dipendono esclusivamente dall’assenza di concorrenza ma dal fatto che la mutualità si scontra con alcuni principi concorrenziali. Se le compagnie non salvaguardassero la mutualità le differenze territoriali sarebbero ancora più accentuate.
Città virtuose come Milano potrebbero pretendere trattamenti migliori dalle compagnie assicurative a scapito di quelle meno “corrette”. A Milano il premio medio incassato è di circa 600€ con uno costo tecnico di 350€, mentre a Napoli su un premio assicurativo medio di 820€ il costo tecnico è di 600€.
Il 2013 dell’Rc auto si prospetta un anno infuocato.
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