Le auto Diesel sono, da sempre, una delle tipologie di veicoli più apprezzati dagli italiani. I vantaggi di questa alimentazioni sono apprezzabili soprattutto sulle lunghe percorrenze. Sembra però che questo non basterà a salvarle da declino: la corsa all’abolizione delle auto Diesel è in atto e niente sembra poterla fermare.
Immatricolazioni auto: crollo dei diesel
Se da un lato le auto diesel consentono notevoli risparmi agli automobilisti, dall’altro sono ritenute particolarmente inquinanti e molti legislatori europei ne vogliono vietare l’utilizzo. Ecco giustificato il crollo di immatricolazioni nei primi 8 mesi del 2018: nel Comune di Milano la flessione delle immatricolazioni di auto diesel a privati è del 28,6%, a Roma del 22,3% e sale al 37,4% a Torino, a fronte di incrementi delle altre motorizzazioni. Nel totale Italia il calo delle vetture diesel tra i privati è del 15,8%.
Auto diesel o i nuovi motori a benzina?
Se fino a qualche anno fa la scelta tra diesel e benzina era relativamente semplice, più che altro subordinata al numero di chilometri percorsi ogni anno, ora bisogna tenere conto di altri fattori.
- Evoluzione tecnologica dei motori a benzina: i nuovi propulsori stanno seguendo la strada del downsizing, sempre più piccoli in termini di cilindrata, ma con grandi prestazioni e con una riduzione di consumi incredibile (grazie sopratutto all’utilizzo dell’iniezione diretta).
- Continuo inasprimento delle misure antinquinamento, che renderanno le auto diesel inadatte alla circolazione urbana. Ad esempio, a Modena dal 1 ottobre è fatto divieto di circolazione anche alle auto diesel Euro 4. Dal 1 ottobre in Piemonte, Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna è fatto divieto di circolazione nei giorni feriali per tutti i veicoli diesel di categoria inferiore o uguale a Euro 3, indipendentemente dai livelli d’inquinamento.
Il blocco della auto diesel varrà anche per i prossimi anni. Dal 1 ottobre 2020 toccherà all’Euro 4 (anche se già ora in parte colpito) e dal 1 ottobre 2025 sarà la volta dell’Euro 5.
Tieni però conto di questi elementi:
- se percorri molti chilometri su strade extraurbane, potrebbe essere ancora conveniente valutare l’acquisto di un’auto diesel.
- potresti acquistare un’auto diesel usata a prezzi vantaggiosi.
La tua auto può circolare?
Ti consigliamo di consultare il sito del tuo Comune per verificare nel dettaglio tutte le restrizioni. Per verificare la classe ambientale del tuo veicolo, è sufficiente collegarti al sito ilportaledellautomobilista.it e inserire la tua targa.
Svalutazione auto diesel
É innegabile che i modelli più vecchi hanno iniziato a subire una svalutazione per via dei vari divieti e la situazione non può che peggiorare. Ad esempio le auto Euro 4 ed Euro 5, non sono ancora sottoposte al blocco totale alla circolazione e dovrebbero subire una svalutazione minore. Però è anche vero che nelle grandi città le restrizioni sul traffico sono più severe e vedere queste auto a un prezzo favorevole sarà alquanto impossibile.
Segnato anche il destino delle Euro 6, dovrebbero circolare indisturbate per cinque o sei anni, dopodiché bisogna fare i conti con blocchi e restrizioni alla circolazione e conseguente iper svalutazione. Se conti di sfruttarla al massimo in questo periodo, prendila in considerazione o altrimenti valuta delle alternative alle auto diesel.
La Germania dice no alle auto Diesel
A muoversi contro le auto Diesel è la Germania che, con una sentenza del tribunale amministrativo federale di Lipsia, è andata contro l’utilizzo di questi veicoli nei centri urbani per combattere l’inquinamento. La Corte non ha imposto divieti, ma ha dato libertà ai municipi nell’applicare la scelta a patto che venga introdotto in modo graduale partendo dai modelli più vecchi. Angela Merkel ha precisato che la sentenza
“non riguarderà tutti gli automobilisti e interesserà alcune città in cui bisogna agire di più. Il governo discuterà con le regioni e le municipalità come procedere”.
Una decisione che arriva dopo quelle di Volvo, Porsche, Toyota ed FCA, la quale sembra abbia deciso di abbandonare la motorizzazione a gasolio dal 2022. Il motivo è presto detto: crollo della domanda e costi troppi alti per allineare i veicoli a gasolio con gli standard sulle emissioni inquinanti.
Auto diesel addio: in principio fu Renault
In occasione di un meeting aziendale in casa Renault, il responsabile della competitività Thierry Bollorè, ha pronunciato una serie di frasi che sembravano anticipare un progressivo ed inesorabile addio ai motori diesel per la casa francese.
“Le nuove e più rigide leggi insieme alle metodologie utilizzate per i test potrebbero far aumentare i costi della tecnologia diesel fino a farla uscire dal mercato”
Queste le parole che sembrano essere un “piccolo trailer” di quello che sarà, a tutti gli effetti, il futuro disimpegno e conseguente addio di Renault al mercato dei motori diesel. Questa affermazione sembra trovare conferma nella scelta, oltre che di Renault, anche di Peugeot e Citroen di eliminare le motorizzazioni a gasolio dalla loro offerta.
Basti pensare che i modelli del segmento A di queste case automobilistiche (Twingo, C1 e 108 per comprenderci) sono disponibili nelle sole versioni a benzina.
Volvo, Porsche e Toyota: i piani per il futuro
La politica di Volvo in questo caso è molto semplice: i motori Diesel continueranno ad esserci, ma si attuerà un incremento della produzione per quanto riguarda i modelli ibridi ed elettrici al 100%.
Porsche è pronta sì a lanciare nel 2019 la sua prima vettura elettrica, ma questo non significa che abbandonerà i motori a gasolio. La casa di Zuffenhausen è in attesa di sperimentare i propulsori Diesel di ultima generazione che saranno il cuore della nuova Cayenne.
Toyota è stata la più “drastica” in questo senso: vendita dei motori Diesel sospesa in Italia e attenzione massima a benzina e ibrido. Anche Mercedes entra nell’argomento e promette grandi investimenti sull’elettrico, ma nessun abbandono del Diesel.
Riscaldamento globale
Smettere di produrre auto Diesel aiuta a ridurre il riscaldamento globale? No, si avrebbe l’effetto contrario. Questi motori emettono meno anidride carbonica per chilometro (CO2/km) di quelli a benzina e sono, come detto poco fa, più efficienti.
Emissioni inquinanti
Il capitolo sulle emissioni è favorevole alla scomparsa delle auto Diesel. Allo stato attuale, un veicolo Euro6 emette 0,08 gr/km di ossido di azoto mentre, uno a benzina, 0,06. I valori sono minimi e dispositivi come il common rail e il filtro anti-particolato hanno ridotto quasi a 0 questo valore negli anni (assorbendo anche le polvere sottili).
Se me la regalano un auto nuova la cambio altrimenti mi tengo il mio bel Diesel.
in città autobus, pulmini, autocarri leger, camion e via dicendo andranno tutti a benzina o a metano o a gas o addirittura elettrici. E i riscaldamenti andranno tutti a gas, specie quelli delle scuole, degli uffici pubblici e via dicendo dove lo spreco è a vista di tutti. Lasciamo i sindaci delle metropoli a sognare
Pur non avendo veicoli a gasolio li ho usati e li apprezzo.
Studi più o meno recenti (troppo spesso passati in sordina)di cui leggo e sento da vari media, starebbero sbugiardano quelle che sin dall'inizio erano soprattutto manovre economiche (commerciali e fiscali) per fare vendere nuovi modelli e tassare di più:
a-le auto con FAP , dal punto di vista ambientale risulterebbero più insidiose dei vecchi standard gasolio, le cui particelle sporcano ma non sono così piccole da fissarsi nei nostri tessuti organici come invece le troppe che tutt'ora sfuggono ai moderni filtri e catalizzatori. Hanno insomma la grossezza delle schifezze che i diesel di oggi liberano per strada impunemente col consigliato ciclo periodico di pulizia, per essere portate via dalle acque piovane.
b-le auto a benzina catalizzate inquinano sicuramente meno grazie alla "verde" senza piombo, ma solo in un ristretto "range" di reale efficacia del catalizzatore, cioè al di sopra di una certa temperatura (che talvolta si raggiunge dopo parecchia percorrenza) e al di sotto di una determinata velocità di espulsione dei gas/velocità del mezzo. E solo se coi catalizzatori in buono stato. Può sembrare assurdo ma una vecchia euro zero a benzina, adattata con sostituzioni di tubi carburanti, all'uso con la "verde" e perfettamente "carburata" può risultare meno dannosa di una Euro 4 col catalitico semi intasato
Spero perciò che ovunque, in Italia come all'estero, le varie associazioni di tutela dei consumatori (di solito tra loro rivali per spartirsi "la torta") e i vari automobile club si coalizzino per promuovere presso le alte corti e i governi la tutela di un diritto acquisito o la compensazione della sua privazione, vale a dire:
A- o riottenere il libero utilizzo OVUNQUE e senza limiti orari di tutti i tipi di veicoli, anche Euro 0, che erano stati acquistati quando tali restrizioni non erano prevedibili, e per i quali s'erano pagate tasse sull'acquisto e continuando a pagarle sotto forma di "bolli", verifiche periodiche, accise sui carburanti, IVA sui ricambi e la mano d'opera (ciò a patto della piena efficienza dei medesimi dal punto di vista della carburazione ecc)
B- o beneficiare di sgravi fiscali proporzionali alla riduzione di tale diritto. Ad esempio un'auto Euro 2 gasolio soggetta ai blocchi stagionali/territoriali del traffico dovrebbe vedersi ridurre, in proporzione ai periodi di divieto all'uso, e alla superficie di territorio su cui gli è precluso l'accesso:
- la tassa di possesso
- l'aliquota irpef e di SSN sull'RCA
- la parte imponibile e l'IVA che gravano sulla revisione.
C- o, in caso si arrivi al divieto d'uso permanente, ottenere un considerevole contributo per la conversione ad ibirido metano/gpl+gasolio, oppure per l'acquisto di un veicolo nuovo di pari classe (ma in questa ipotesi il rischio di ingiustizia permane nel caso di chi abbia mantenuto efficiente il suo veicolo, spalmando negli anni tutti i costi di manutenzione ordinaria e straordinaria, ma non abbia affatto il capitale necessario per comprarne uno nuovo).
Tutto vero e tutto giusto quello che leggo. Il fatto e' che in questo mondo, ci sono le grandi lobbies e i gradi poteri occulti che, in nome del profitto, decidono per noi cosa dobbiamo mangiare, cosa fa bene e cosa fa male, come dobbiamo comunicare e, evidentemente anche come dobbiamo viaggiare. Mettiamoci l'animo in pace o andiamo su un altro pianeta.
c'è anche il fantasma formaggino
Varie ricerche condotte dal CNR hanno messo in evidenza
Quanto contribuisca il traffico privato all'inquinamento .
Meno del 20%
Si fa la guerra solo al 20 e l'altro 80?
Scelte semplicemente superficiali.
20% non è affatto poco.