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Limiti di velocità di 50 anni fa: viaggiare è una mission impossible?

Viaggiare con i limiti vecchi di 50 anni? Una Mission Impossible!

In Italia, sulla carta i limiti di velocità vigenti sono:

  • sulle autostrade: 130 chilometri orari, scendono a 110 in caso di maltempo.
  • sulle strade extraurbane principali: 110 chilometri orari, scendono a 90 in caso di maltempo
  • sulle strade extraurbane secondarie e locali: 90 chilometri orari
  • in città il limite è di 50 chilometri orari; 70 in alcuni tratti espressamente segnalati

con sanzioni variabili in base al numero di chilometri orari in più rispetto ai suddetti limiti.

E se così fosse, tutto sommato si potrebbe anche viaggiare in tranquillità. Il problema è che la realtà è molto diversa da come la dipingono.

Nonostante la tecnologia abbia fatto passi da gigante, i limiti di velocità (specialmente sulle strade provinciali e regionali) sono rimaste identiche a quelle di cinquant’anni fa. In alcuni tratti, sono state riviste addirittura al ribasso.

IL PROBLEMA

Il problema è che, volendo viaggiare rispettando i  limiti previsti dagli innumerevoli cartelli stradali che si incontrano sul percorso, non solo si rischia di impazzire, ma anche di rimanere vittima di tamponamenti a catena, che è tra le conseguenze che invece si vorrebbero evitare.

LA SITUAZIONE OGGI

E così in alcuni tratti di strada si rischia il cosiddetto traffico ad elastico, cioè se il primo della fila frena in prossimità di una curva, l’ultimo della fila sarà costretto a fermarsi, creando file interminabili di auto che procedono ad andatura da passeggio.

In altre zone si passa inspiegabilmente dal limite dei 90 a quello dei 70 chilometri orari e viceversa, di continuo e senza un’apparente motivazione valida (riducendosi ulteriormente fino ai 50 km/h in prossimità dei paesi).

Addirittura in alcune autostrade – nei punti in cui ci sono lavori in corso – i limiti possono scendere fino a 80 km orari con varianti di 90 e 100 km orari nel giro di poche decine di metri. Ammesso e non concesso che si riesca a seguire il ballo di San Vito indicato dalla segnaletica, c’è da fare i conti con gli automobilisti che trovandosi in autostrada (e pagando un biglietto anche abbastanza salato) pensano (sbagliando) di poter seguire l’unica indicazione per loro corretta: il limite di 130 km orari.

Questo limite sembrava folle nel 1989, quando fu introdotto, ma le auto avevano le ruote decisamente più piccole e i freni a tamburo.

Oggi il limite risulta obsoleto o no?

In molti sostengono di si, anche quando si parla degli altri limiti imposti.

Altri invece sostengono che il problema vero non sono i limiti, quanto le strade che non permettono determinate velocità per la presenza di continui incroci, per la vicinanza dei paesi, per la larghezza delle strade, per i lavori di manutenzione che spesso restringono le carreggiate. In alcune situazioni specifiche vengono anche tirati in ballo i comuni e il loro bisogno di far cassa: spiegando così i limiti di 30 chilometri all’ora imposti in zone dei centri abitati, previa comunicazione della presenza degli autovelox (come previsto dallo Stato).

 

 

Qualunque sia il motivo, certo è che le inconguenze su tutto il territorio nazionale regnano sovrane e ci ritroviamo costretti a guidare in una giungla di cartelli stradali, sempre pronti a cambiare, curva dopo curva.

IL VERO PROBLEMA

E se a non funzionare fosse la classificazione delle strade? E non perché non siamo in grado di definire e determinare con certezza i criteri di riferimento, ma per una motivazione molto più bieca: il riconoscimento delle responsabilità in caso di incidente.

In teoria, le strade nascono già con una velocità minima e massima in base alla tipologia di appartenenza. In pratica, ogni strada ha un (ente) proprietario che deve occuparsi di tenerla in buono stato e ha il potere di stabilire (nei casi che ritiene opportuni) limiti di velocità inferiori. Insomma, il classico “me ne lavo le mani” alla Ponzio Pilato che se da un lato solleva dalle responsabilità progettisti, enti proprietari e direttori dei lavori, dall’altro di fatto non risolve il problema della sicurezza sulle nostre strade.

Siamo i primi a sostenere che la strada non è una pista su cui correre e rispettare il limite di velocità non significa arrivare ultimi, ma se è vero che senza limiti, divieti e obblighi non può esistere una corretta circolazione stradale, è altrettanto vero che, per essere rispettate, tutte le regole devono essere ragionevoli e soprattutto praticabili, altrimenti servono solo a dar vita a trasgressioni, violazioni e contestazioni. E a volte sanzioni.

Il risultato finale è sotto gli occhi di tutti: questi limiti in pochi li rispettano e quando lo fanno intasano la circolazione.

Com’è la situazione sulle vostre strade: per voi rispettare i limiti è una mission impossible o no? Raccontatecelo nei commenti!

Risposte

  1. Secondo me (ed è solo un parere personale) ti dovrebbero (scusami se ti do del "tu"), dicevo che secondo me ti dovrebbero ritirare la patente di scrittura! Questa roba (e mi riferisco alla possibilità di scrivere sul web attraverso canali che potrebbero essere considerati credibili dagli interlocutori) è pericolosa. si invita la gente a riflettere che se ci sono delle regole non sono giuste, non vanno rispettate, e se si rispettano si fa del male agli altri.

    NON CI PENSI CHE SE ESCI DI STRADA OPPURE FAI UN FRONTALE CON UN'ALTRA AUTO BUTTI VIA LA VITA ALLO STESSO MODO DI COME AVRESTI POTUTO FARE CINQUANT'ANNI FA?

    1. Ciao Vincenzo,
      ci sembra che tu abbia voluto "leggere" ciò che effettivamente non c'è. Il problema riscontrato da molti automobilisti è di strade e limiti di velocità non consoni, non di violazione di codici per causare incidenti e morti. Cinzia ha voluto porre l'attenzione su questo tema, cercando di provocare una riflessione in merito. E a quanto pare c'è riuscita anche con te, purtroppo però sei andato completamente.... fuori strada.

  2. Via Ardeatina, Madonna del Divino Amore (Roma): limite di 30 Km ora per un lungo tratto; in prossimità delle scuola alzato a 50 Km. ora,
    Via Laurentina tratto extraurbano, limite 30 Km. ora dal G.R.A. all'incrocio per Pomezia; è vero che su alcuni tratti ci sono i "lavori in corso", mo il suddetto limite è presente anche sui tratti ormai da tempo terminati con una strada a doppia carreggiata e 2 corsie per ogni senso di marcia. Di che cosa stiamo parlando?!.

  3. la classificazione delle strade dovrebbe essere affidata ad un organo terzo e sottratta alle province, ai comuni o alle regioni in modo da non giustificare interventi per far cassa. Se una strada è classificata extraurbana principale o secondaria, i comuni e le province devono adeguarsi anche nella manutenzione e non dovrebbero poter mettere cartelli di divieto di superare i 50 km/h che appaiono all'improvviso e senza apparente ragione. Vi faccio alcuni esempi: Via Tiberina, extraurbana, limite di 50 assolutamente irrispettabile se non si vuole provocare tamponamenti, Strada degli Ausoni , collega l'A1casello Cassino alla Mediana, strada extraurbana, limite 50 con autovelox (circa 15 km che si percorrono in 30-40 min la SR213 tra sperlonca e Gaeta che fino a qualche anno fa aveva limiti di 80 e 70 in prossimità di incroci oggi ha limite di 60 e 50 in prossimità di incroci, la strada è sempre la stessa ma i limiti diminuiscono in velocita massima spesso a qualche metro dai numerosi autovelox. è impossibile, anche con la massima attenzione, non prendere una multa per aver viaggiato a 55 km/h in queste condisioni

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