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Multe all’estero: i trasgressori dovranno pagare

Multe all'estero: quali sono le conseguenze? E la detrazione dei punti patente? Dipende tutto dal recente sistema "Cross border", valido all'interno dell'Unione Europea.

multe all'estero

Le norme europee sono chiare: le multe all’estero sono valide e vanno pagate. Vediamo come funzionano e come vengono applicati i sistemi Cross border e il principio di reciprocità delle multe all’interno dei Paesi membri dell’UE.

Multe all’estero: come si comportano gli automobilisti?

La vita è sempre stata più facile per un veicolo con targa straniera circolante all’estero rispetto al Paese di residenza. Gli automobilisti più indisciplinati, consapevoli di una falla del sistema, per anni ci sono andati giù pesante con l’acceleratore, sicuri di non ricevere nessuna sanzione amministrativa a casa.

Analizzando uno studio della Commissione Europea è emerso come i guidatori stranieri, pur essendo in media il 5% del traffico europeo, sono responsabili del 15% delle infrazioni per eccesso di velocità. Un numero elevato di sanzioni “impunite”, che diventano impressionanti in Francia dove sono il 25% del totale le violazioni notificate a veicoli stranieri, a cui l’Unione Europea ha deciso di “tirare il freno”.

Un accordo sull’applicazione di nuove regole per la trasmissione transfrontaliera delle multe, raggiunto tra il Consiglio Europeo per la Sicurezza Stradale (Etsc) e la rete europa delle Polizie Stradali (Tispol), è stato studiato proprio per rendere fattibile la notifica di ogni tipo di violazione del Codice della Strada in qualsiasi Stato membro.

Le nuove multe all’estero “europee”

Fino a poco tempo fa le autorità ignoravano – la maggior parte delle volte – le sanzioni notificate a veicoli extra-nazionali, sia per la difficoltà nell’identificare il trasgressore, che per la differenza di normativa vigente nel Paese dell’automobilista multato.

L’era delle “multe a vuoto” è ormai finita: le sanzioni sono diventate “europee”. Il nuovo sistema di regole, applicato in tutti i 28 Stati membri, permette alle autorità locali, mediante una comunicazione diretta tra database delle motorizzazioni europee, di velocizzare l’identificazione del veicolo e quindi del trasgressore, il quale non potrà più farla franca.

Scoperto il nominativo, la Polizia dello Stato membro dove viene effettuata la violazione comunica al soggetto multato, attraverso una lettera di informazioni tradotta nella lingua del Paese ove è stata immatricolata l’auto,  il tipo di violazione commessa, la data, il luogo, l’ora di rilevazione e l’eventuale dispositivo utilizzato. È il sistema “Cross Border”, che facilita lo scambio di dati e che per ora è stato introdotto per queste violazioni:

  • eccesso di velocità;
  • uso di telefono cellulare o di altri dispositivi di comunicazione alla guida;
  • mancato uso della cintura di sicurezza;
  • mancato uso del casco;
  • mancato arresto a semaforo rosso;
  • guida in stato di ebbrezza o sotto effetto di sostanze stupefacenti;
  • circolazione su corsia vietata.

Cosa dovrà fare il soggetto multato all’estero?

Il soggetto multato riceverà, insieme alla lettera, un modulo di risposta con il quale potrà richiedere una eventuale correzione o contestare la multa. Per farlo avrà a disposizione 60 giorni: nel modulo è indicata anche l’autorità competente a decidere della contestazione, il cui esisto sarà a sua volta comunicato entro i 60 giorni successivi all’invio. In caso non si voglia contestare o notificare delle variazioni, il soggetto multato dovrà procedere con il pagamento.

Attenzione: a differenza di quanto avviene in Italia, non è necessario che la multa venga consegnata tramite posta raccomandata. Molti lettori ci hanno chiesto se è valida una multa estera consegnata con posta ordinaria. La risposta è sì, perché la normativa europea prevede che la notifica dei verbali segua le regole del Paese che emette la multa.

Se il Paese che ti ha multato notifica le infrazioni tramite lettera non raccomandata, la notifica è perfettamente valida anche in Italia.

Multe all’estero: la normativa europea e italiana

Le norme che regolano lo scambio di informazioni e la gestione delle multe tra i Paesi europei sono contenute nelle regole che ogni Stato ha emanato in recepimento a una specifica direttiva europea e in esecuzione di una decisione quadro europea. I punti trattati dalle norme europee sono due:

  • lo scambio di informazioni tra Paesi;
  • il riconoscimento reciproco delle sanzioni pecuniarie.

In merito al primo punto, inizialmente la direttiva di riferimento è stata la direttiva europea 2011/82/UE (attuata in Italia con D. Lgs. 37/2014, entrato in vigore dal 24 marzo) nata per agevolare lo scambio transfrontaliero di informazioni sulle infrazioni in materia di sicurezza stradale.

Tuttavia, con sentenza C-43/12 del 6/5/2014 la Corte di Giustizia europea ha annullato la Direttiva 2011/82/UE, mantenendone però gli effetti per un anno per consentire l’emanazione di una nuova Direttiva. La nuova Direttiva è stata emanata l’11/3/2015 (Direttiva 2015/413/Ue).

In merito al secondo punto, cioè al riconoscimento reciproco delle sanzioni pecuniarie, il Consiglio Europeo ha emesso una decisione quadro nel 2005. La decisione quadro 2005/214/GAI è stata recepita in Italia con il Decreto Legislativo n. 37/2016.

Cosa succederà a chi sceglie di non pagare le multe europee?

La normativa, come abbiamo visto, permette il coordinamento tra i diversi Paesi europei e chiarisce che le multe ricevute all’estero sono valide e vanno pagate, ma non chiarisce a cosa sarà soggetto un automobilista che deciderà di non pagare la multa.

I decreti e le direttive non chiariscono quest’aspetto, anche perché la riscossione che deve essere effettuata in un paese straniero non è un argomento semplice. Visto che non esiste una regolamentazione che possa essere adottata da tutti i Paesi, ogni Stato membro adotterà un proprio sistema.

C’è chi aspetterà alla frontiera il trasgressore, chi sfrutterà i tribunali civili per recuperare il credito dovuto o chi come la Svizzera adotterà norme penali. Un’ultima possibilità potrebbe essere quella del recupero crediti internazionali, un servizio offerto da società specializzate nel recupero crediti e dai cui sarà difficile sfuggire.

Multe all’estero: come fare ricorso?

Come per la notifica, anche per il ricorso si applicano le regole dei singoli Paesi. Se hai ricevuto una multa all’estero e ritieni di non doverla pagare, dovrai informarti sulla procedura richiesta dallo Stato che ha emesso la sanzione.

Di solito, il ricorso va presentato nella lingua del Paese che ha emesso la sanzione e secondo le scadenze fissate dallo Stato estero.

E cosa fare invece quando si prende una multa all’estero in un Paese extra-UE? In questo caso, informati se esistono degli accordi bilaterali tra il tuo Paese di residenza e quello in cui hai preso la multa.

Ad esempio, l’Italia ha siglato un accordo bilaterale con la Svizzera. In base all’accordo, le multe vengono inviate ai cittadini dell’altro Stato e, in caso di mancato pagamento, si applicano le regole previste per i residenti. Se non paghi la multa svizzera, quindi, rischi di finire in carcere al rientro nel Paese.

Nel caso di multe all’estero prese alla guida di un’auto a noleggio, invece, di solito le compagnie di noleggio si rivalgono sul cliente per le multe prese. Dopo aver saldato le sanzioni, l’importo viene addebitato sulla carta di credito usata per il pagamento.

Ti consigliamo quindi di leggere con attenzione le condizioni del contratto di noleggio e di guidare sempre con la massima prudenza.

Cosa succederà in Italia a chi è stato multato?

Come visto sopra, il sistema “Cross Border” e l’affermazione del principio di reciprocità consentono ormai di raggiungere tutti gli automobilisti europei dal piedino pesante, anche quando l’infrazione è stata commessa fuori dai confini del loro Stato di appartenenza.

Una certezza rassicura però tutti: le multe prese all’estero non incidono sui punti patente italiani. Le violazioni commesse in altri Paesi non valgono dunque quanto quelle italiane e non vanno a compromettere il numero di punti che ci rimangono sulla patente.

Il che è sensato, se si considera che non esiste una normativa, vigente a livello europeo, per la circolazione stradale ed ogni Paese ha le proprie regole.

Qualche consiglio? Cerca di documentarti, per quanto possibile, in merito alle norme vigenti nel Paese in cui andrai a guidare il tuo veicolo, rispetta la segnaletica stradale e usa un po’ di buonsenso, che non guasta mai.

Risposte

  1. Salve in merito all'osservazione fatta dal sig Cesare, faccio presente che si è vero che vi sono alcuni stati che hanno munito i propri veicolo di targhe simili o uguali alle nostre, ma le dimensioni cambiano. Inoltre a sinistra di ogni targa vi è lo stato di appartenenza e questo anche su molti veicoli che non fanno parte della UE, ad esempio Russia, Turchia, Bielorussia, Albania ecc. Non dimentichiamo che ad ogni targa corrisponde una precisa marca e modello di veicolo e relativo proprietario. Devono combaciare molte cose, se ad una precisa targa non corrisponde un preciso veicolo, non se ne fa niente. Ad esempio se io sforo il limite di velocità in Spagna, alla guida della mia Panda, non potranno mettere sul verbale che guidavo un'Audi. Spero di essere stato chiaro. Succede anche in Italia con la clonazione delle targhe. Uno riceve un verbale a casa. Il verbale riporta i dati completi del conducente e la targa del proprio mezzo, ma il modello non combacia! è una clonazione, ma facendo ricorso si annulla il verbale. Per quanto concerne le infrazioni commesse all'estero, l'argomento è vasto ed ogni paese applica le proprie normative. L'europa esistente solo sulla carta, ma siamo lontanissimi dall'essere una vera europa unita a livello di codice della strada. Saluti e mi auguro di esservi stato di aiuto.

  2. oggi ho incontrato in città un TIR slovacco...la targa era come detto sopra...AA123BB...ergo, è tutta una fregatura di cui nessun politico si occuperà !!
    salve !

    1. Ciao Cesare ;)
      Tutti i commenti vengono moderati, quindi a volte passa del tempo, lo facciamo per diversi motivi, ma il principale è che in questo modo ho la possibilità di rispondere un po' a tutti in maniera più puntale.

  3. E' tutto molto bello, ma come la mettiamo che nessuno sicuramente in Europa, quella dell'unificazione delle multe, nessuno ripeto, si preoccupa che i francesi, i polacchi, e mi sembra anche gli albanesi, abbiano deciso da qualche tempo di avere le targhe automobilistiche UGUALI alle nostre, cioè AB 123 CD ,non viene a qualcuno il dubbio che adesso la gente si vedrà arrivare qualche multa, magari dalla Germania, fatta ad un francese e recapitata ad un sardo che non è mai uscito dalla sua isola (p.e.) ???!!!

    1. Ne è appena arrivata una a mia madre che a 74 anni e gli contestano la velocità di 130 km orari con un panda. Logicamente non c'è mai stata in Francia , ora dovrò vedere come fare .

      1. Salve anche io nel votice delle multe francesi farlocche..mi daresti consigli sull iter da seguire? Ho fatto spola tra ambasciata, questura, ma la confusione aumenta

      2. Ciao Giuseppe,
        ti consiglio di contestare in qualche modo la multa, dimostrando in tutti i modi che ti riescono che tua madre non era in Francia nel periodo dell'infrazione.

      1. Insesatto il discorso delle eguaglianze tra targhe con pari diciture.

        1) Quella francese ha un codice identificativo della regione di appartenenza
        2) Quella Rumena è fuori dai canoni di quelle Italiane e Francesi
        3) Quella Tedesca è personalizzabile ( eccetto per le prime lettere che identificano il kreuz ovvero la provincia, e poi hanno anche una coccardina con il segno del Land , oltre al bollino di scadenza della revisione dell'auto !! )

        Documentatevi ragazzi !!!!

        Un saluto da Italiano in Germania al confine con Francia e Svizzera ( e una puntatina anche in Belgio..... dove usano i caratteri rossi )

        1. Mi sa ché ti debba documentare meglio ...la targa Rumena e personalizzabile eccetto le prime 2 lettere che è la provincia e hanno pure il bollino della scadenza della revisione

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