Rc Auto e testimoni
La digitalizzazione del settore assicurativo sembra essere una delle prerogative del Governo, un’azione da compiere nel più breve tempo possibile per rendere tutto più accessibile, fruibile e monitorabile. Un aggiornamento con il fine di livellare il prezzo delle polizze assicurative a quelle europee. Da tempo è stata avanza l’idea di creare un database, che fosse in grado di contenere le info assicurative dei veicoli circolanti sul territorio, accessibile da tutti e capace di regolamentare la situazione delle “auto fantasma” ma in questi giorni si è parlato di una lista dei testimoni dei sinistri stradali.
Cos’è la black list dei testimoni di professione?
Una lista di individui che, opportunamente remunerati, fingono di aver assistito ad un incidente stradale permettendo all’automobilista di essere risarcito dalla compagnia assicurativa. Un sistema, radicato al sud ma che fa registrare casi in tutta la nazione, che a spesa delle compagnie assicurative va a danneggiare soprattutto i singoli automobilisti. Il Governo Letta, in collaborazione con l’Ania (Associazione Nazionale Imprese Assicuratici), sarebbe intenzionato a porre fine a questa tipologie di truffe attraverso la costituzione di un database di testimoni poco affidabili. Individui che nella loro vita hanno assistito troppo spesso a sinistri stradali in città, tanto da far dubitare le istituzione della veridicità di quanto detto. I dati di questa black list permetterebbero di bloccare o annullare la richiesta di risarcimento danni.
La black list sarà un sistema di controllo o di tutela?
Questa tipologie di “truffe semplici” aveva subito già un arresto, dal secondo trimestre del 2013, con il maggior controllo fissato sui danni di lieve entità, il famoso colpo di frusta, che costavano più di 2 miliardi all’anno alle assicurazioni. Oggi la costituzione di una black list porterebbe ad un’ulteriore limitazioni di esborsi non dovuti, che inevitabilmente gravano sulle tasche degli italiani.
Unica certezza è che una lista non si implementerebbe in pochissimo tempo, andrebbero valutati i parametri di inserimento dei soggetti e allo stesso si dovrà tener conto del rispetto della privacy. Chi potrà accedere ai dati inseriti nella lista? Come andranno gestiti a livello legale queste informazioni? Come verrà garantita la sicurezza dei dati? Interfacciando i dati dei testimoni fasulli con quelli dei danneggiati, operazione necessaria ad accertare eventuali organizzazioni illecite, si andrà davvero a risolvere il problema delle truffe? Un duro lavoro per il governo e per le associazioni di settore, ma queste manovre sono necessarie anche a rilanciare un settore stretto nella morsa del caro-polizze. Come capita molto spesso, ci sono buone idee ma lato pratico bisogna scontrarsi con una serie quasi infinita di complicanze. Voi cosa ne pensate?
anche su questo tema si pone il problema di salvaguardare diritti che sono in contrapposizione (privacy e interesse comune). Noi italiani siamo sbilanciati verso l'individualismo e questo si manifesta in gran parte delle tematiche sociali (politica, sport, comportamenti in luoghi pubblici ecc) favorendo/coprendo il perdurare e lo sviluppo di malcostumi. Siamo perennemente alla ricerca di "Picone" per una raccomandazione piuttosto che a batterci per un diritto di tutti. Ovviamente tutto questo va benissimo a Picone perchè continua a gestire il clientelismo. E' un fatto "culturale" (meglio sarebbe a dire "non culturale") sul quale non si fa niente o si fa troppo poco. E' giusto ridimensionare la privacy per il bene comune? Per me lo è. I benefici si coglieranno in tutti gli aspetti che oggi valutiamo negativamente nel nostro paese.