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Stop auto benzina e diesel: quali proposte?

L'associazione per la mobilità elettrica Motus-E, insieme al CNR, lancia un piano d'azione in 13 punti per promuovere la mobilità elettrica e sancire lo stop alle auto benzina e diesel.

CNR e Motus-E hanno presentato 13 proposte con l’obiettivo di giungere allo stop delle vendite delle auto con motorizzazione benzina e diesel per favorire la mobilità elettrica.

Stop auto benzina e diesel: le proposte italiane

L’associazione per la mobilità elettrica Motus-E, insieme al CNR-IIA (l’Istituto per l’Inquinamento Atmosferico del Consiglio nazionale delle ricerche), ha lanciato una proposta che si compone di 13 punti, con al centro la necessità di un coordinamento europeo affinché si giunga alla promozione e diffusa adozione della mobilità elettrica, con il conseguente stop alle vendite di auto benzina e diesel. Vediamo tutte le proposte:

  • Fissare termine ultimo per la vendita delle auto endotermiche: questo obiettivo dovrebbe essere fissato a livello europeo, prevedendo quote annuali crescenti.
  • Potenziare le reti cittadine: reti di diverso genere, da quelle della distribuzione elettrica a quelle di trasmissione dati, passando per reti stradali e di trasporto pubblico locale, adottando un modello di Smart City.
  • Proseguire con gli incentivi sulle auto private: un sistema per promuovere e sostenere la domanda di veicoli a zero e a basse emissioni, prorogando la validità dell’ecobonus sino al 2025.
  • Rinnovare mezzi dedicati al trasporto Pubblico: il ricambio della flotta di bus e autobus dedicati al trasporto pubblico locale su gomma con mezzi a zero emissioni, è fondamentale.
  • Predisporre una logistica urbana sostenibile: con l’elettrificazione dei mezzi destinati alle consegne dell’ultimo miglio e al trasporto delle merci in generale.
  • Sviluppare la rete di ricarica pubblica: identificando un fondo per lo sviluppo di un’infrastruttura a livello nazionale.
  • Realizzare infrastrutture di ricarica nei centri logistici e nei rimessaggi dei veicoli merci: per accelerare la transizione energetica e il trend di elettrificazione del trasporto merci.
  • Rivedere le Linee guida Ministeriali sui PUMS: integrare maggiormente nei Piani Urbani l’elettrificazione dei mezzi, come misura per il miglioramento della qualità dell’aria.
  • Richiedere maggiori investimenti per una rete di ricarica urbana e regionale: dare maggiore attenzione alla necessità di finanziare un’adeguata infrastruttura di ricarica nella stesura definitiva del Piano Nazionali di Ripresa e Resilienza (PNRR) per accedere ai fondi di Next Generation EU.
  • Investire in ambito industriale automotive: riconversione dei settori coinvolti nella trasformazione di veicoli e infrastrutture elettriche.
  • Potenziare gli studi scientifici sulle fonti dell’inquinamento atmosferico: studiando a fondo la composizione chimica del particolato e gli inquinanti emergenti.
  • Ampliare le indagini sulle correlazioni epidemiologiche e gli effetti sulla salute: per stabilire una relazione tra le emissioni di inquinanti in tutti i settori influenti e gli effetti sulla salute umana e gli impatti economici.
  • Attuare il piano di Azione contenuto all’interno del Protocollo Aria Pulita sottoscritto a Torino agli inizi di giugno 2019: un piano articolato in 5 ambiti di intervento che istituisce un fondo per il controllo dell’inquinamento atmosferico.

Risposte

  1. Sulla mobilità elettrica sono d'accordo ma pongo degli interrogativi:
    1) Tutta questa energia elettrica necessaria a ricaricare le batterie dove e come si produrrà?
    2) La rete elettrica può reggere i consumi o rischiamo il tilt della distribuzione di EE?
    3) Le batterie con l'uso perdono di efficienza, quando saranno esaurite, dove e come si smaltiranno?
    4) I motori elettici sono molto più semplici da costruire die motori endotermici ,ciò nonostante le auto elettriche hanno dei costi
    esorbitanti ,perchè?
    5) Detti costi esorbitanti sono da imputare al costo delle batterie?
    6) Quali sono i programmi futuri per rendere accessibile economicamente e praticamente a tutti l'acquisto e uso di vetture
    elettriche?

  2. Ma chi produrrà l'energia elettrica che servirà?? E con quali mezzi?? E con le attuali batterie chi ripagherà le ore perdure per ricaricare ogni volta le batterie delle auto?? E con quale diritto si può imporre ad un privato che ha già un veicolo endotermico di acquistare un'auto elettrica? Chi gli darà il denario necessario??

  3. continuate a essere pesanti con le auto. fermate gli aerei e l'inquinamento domestico coi detersivi e altro. basta.......auto elettriche pulite, ma la energia elettrica dove andrete a acquistarla? ma con cosa la producono? ...inquinando?

  4. Tutto bello, pulito e perfetto, ma manca un punto fondamentale: COME PRODURREMO l'energia che occorrerà in più rispetto al fabbisogno attuale? Per far marciare auto e mezzi di trasporto in generale, avremo bisogno di aumentare, e di molto, la produzione di energia elettrica, e dovremo farlo da fonti "non inquinanti" (altrimenti che senso avrebbe?). Ma diamo troppo per scontato che, poiché dobbiamo far marciare un'auto a zero emissioni, tutta l'energia elettrica che la fa marciare sia prodotta in modo non inquinante! Ma questo obiettivo non si raggiunge così, come per magia... in quanto tempo, oggettivamente, riusciremo a raggiungerlo?

  5. La cosa più sconfortante è che lo Stato paga lo stipendio ai dipendenti del CNR che passano il loro tempo a studiare queste magnifiche proposte. è più costruttivo e utile mandarli a zappare e dissodare il terreno per renderlo più fertile, o eventualmente fargli produrre energia elettrica pedalando. Gente veramente fuori dalla realtà. Il troppo studio produce effetti devastanti .

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